RICORDI
L’arte è la base ultima per la riflessione, per l’espressione individuale, per la libertà e per le domande fondamentali. L’arte è l’ultimo baluardo, un giardino da coltivare al di sopra e al di là delle tendenze e degli interessi personali.
Rappresenta un’alternativa inequivocabile all’individualismo e all’indifferenza. Il ruolo, la voce e la responsabilità dell’artista sono più cruciali che in passato nell’ambito dei dibattiti contemporanei.
È all’interno e attraverso queste iniziative individuali che prende forma il mondo di domani, che sebbene sicuramente incerto, è spesso meglio intuito dagli artisti.
Christine Macel
In questi giorni di isolamento forzato è fondamentale pensare a cose positive, che fanno bene al cuore e alla mente.
La presenza dei propri cari, di un cane o un gatto, la lettura di un buon libro o l’ascolto di musica tengono sicuramente compagnia e riempiono le giornate, ma ci sono anche i ricordi.
Sarà anche per la violenza di questa situazione che penso spesso, e quasi mi aggrappo, ad un’opera che mi ha molto colpito, soprattutto per il suo significato: BUILDING BRIDGES dello scultore Lorenzo Quinn. L’ho visitata proprio un anno fa, in una bellissima giornata di maggio.
Dalla fermata del vaporetto Celestia, era possibile raggiungere l’opera a piedi, attraversando la passerella che costeggia le mura dell’Arsenale.
Un percorso nel percorso.

L’opera è stata infatti installata in una conca adiacente all’ingresso dell’Arsenale, un complesso di cantieri navali del XII secolo nel sestiere di Castello; una zona molto interessante di Venezia poco nota e visitata.
Venezia aveva già avuto modo di conoscere Lorenzo Quinn attraverso la sua opera SUPPORT, due grandi mani che spuntavano fuori dall’acqua del Canal Grande per “sostenere” i lati dell’hotel Ca Sagredo, con lo scopo di porre l’attenzione sulla sempre più attuale problematica del riscaldamento globale.

Le mani rappresenterebbero il ruolo che ognuno di noi può avere nel sostenere o meno un patrimonio unico come quello della città di Venezia e, in uno sguardo più ampio, l’intero pianeta.
In concomitanza con la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Building Bridges è un’installazione temporanea composta da sei coppie di mani “di pietra” monumentali che vanno dai 9 ai 12 metri di altezza e dai 19 ai 26 metri di larghezza.
Sei paia di mani che si collegano in arcate svettanti come se fossero congelate nel tempo. Unendo le cime, le mani imitano le volte di una cattedrale che punta verso il cielo, mentre grandi frammenti di luce solare trafiggono gli spazi vuoti tra di loro.
Un’opera potente, possente che celebra i sei valori universali dell’umanità e che simboleggia i nostri bisogni e desideri comuni.
Amicizia, per il nostro futuro insieme;
Fede, per confidare nel proprio cuore e nella propria autostima;
Aiuto, per costruire relazioni durature;
Amore, lo scopo fondamentale della nostra esistenza;
Speranza di perseverare nel tempo;
Saggezza, per decisioni reciprocamente vantaggiose.
Insomma, tutto ciò di cui oggi sentiamo particolarmente il bisogno.
Le mani congiunte simboleggiano la nostra comunanza, ciò che condividiamo e la nostra capacità di unirci ponendo l’accento sul superamento delle differenze in tutti gli aspetti della vita – geograficamente, spiritualmente, filosoficamente, culturalmente ed emotivamente.
Le mani suggeriscono la necessità di un contatto oltre l’interesse personale, la ricerca della collaborazione umana e dell’unità. Quinn li usa per comunicare emozioni complesse attraverso un lessico di gesti e tatto, riflettendo un ethos di connessione e scambio attraverso il linguaggio dell’arte.
Considerata la sua storia, penso che Venezia sia stata la città ideale per ospitare quest’opera. Usando l’Arsenale come sito per l’installazione, inoltre, l’opera richiama una connessione con la città e la sua storia di grande potenza commerciale in Europa.
Venezia città patrimonio dell’umanità, Venezia città di ponti (architettonici, commerciali, relazionali), Venezia con i suoi visitatori provenienti da tutto il mondo, luogo perfetto per trasmettere e diffondere il messaggio di unità che collega società, paesi, comunità e individui.
Mano nella mano per un futuro unito.
Mani che si toccano, mani che si intrecciano, mani che si sostengono, mani che ricevono, mani che accolgono.
Oggi non è possibile, possiamo solo immaginare l’effetto che fa, il bene che fa.
Ritorneremo a intrecciare le nostre mani, più forte di prima. Presto.
Restiamo umani, restiamo uniti. Arte, bellezza e gentilezza ci salveranno.