arte

CIRCONDIAMOCI DI BELLEZZA

La prima parola che mi viene in mente quando penso a Venezia è bellezza.

Una bellezza totale, che lascia spesso senza fiato.

Nell’introduzione al libro “Le pietre di Venezia” di John Ruskin, John D. Rosenberg scrive: 

“Il visitatore sensibile o è respinto da Venezia oppure, di buon grado, le si assoggetta per poi godere della propria resa. E’ impossibile l’indifferenza verso una città che, in maniera così violenta, assale i sensi e che concentra, in poche miglia quadrate di acqua salata e di pietra, considerevoli frammenti della storia religiosa ed estetica europea”. 

Nel nostro piccolo, cerchiamo anche noi di portare questa bellezza all’interno del nostro bed-and-breakfast e dei nostri appartamenti. Lo facciamo attraverso la presenza di opere realizzate da artisti veneziani e non, che ci prendono per mano per farci scoprire la loro Venezia.  

GINO BAFFO

Il rapporto con l’artista Gino Baffo è un rapporto che è cresciuto e che si è consolidato nel tempo. Presentatoci da amici in comune, la giusta alchimia si è naturalmente imposta, fino a diventare un valido compagno di viaggio che con grande umiltà ha messo a disposizione le sue opere per valorizzare gli spazi delle nostre strutture. Ci sentiamo davvero onorati di poter condividere con i nostri ospiti la sua arte e la sua sensibilità.

Gino Baffo, artista veneziano, classe 1957, ha fatto delle isole della laguna il suo ambiente di lavoro e di vita. Per anni il suo laboratorio è stata la piccola chiesa sconsacrata dell’isola di Sant’Andrea, da lui affettuosamente ribattezzata “la chiesetta rossa”.

Un luogo isolato, raggiungibile solo tramite un’imbarcazione, ma pieno di magia aperto sulle acque della laguna, luogo di lavoro ideale per un artista che ha fatto delle terre lagunari la sua fonte di ispirazione.

Pallet di varie dimensioni, sacchi di iuta, cavi di acciaio arrugginiti sono oggetto ma anche soggetto della produzione artistica di Gino Baffo. 

E poi c’è il colore, tanto, talmente forte che arriva in pieno viso: gli azzurri della barena, i gialli tenui delle albe o il viola dei tramonti arrivano quasi ad ipnotizzare e a far sognare di essere in silenzio, su una piccola barca, a contemplare la laguna. 

articolo dedicato a Gino Baffo

ROSARIO MORRA

Nato a Frignano (CE) nel 1953, vive e lavora a Mestre. 

Si rimane semplicemente ipnotizzati dalle opere di Rosario Morra: punti neri che pazientemente formano delle immagini, che diventano più forti e reali di una fotografia. Immagini di volti, di figure, di vedute aeree di Venezia, a volte sbilenche, ma di una precisione incredibile. 


“Nei tuoi disegni sento la presenza di quello che manca oggi all’arte: il fervore, o più semplicemente l’amore” dice una dedica scrittagli anni fa da Folon.

Condivido qui le bellissime parole di Emanuele Horodniceanu che perfettamente descrivono la poesia e la “scrittura” di Rosario Morra:

“Rosario Morra, casertano, ma ormai venezianissimo. Una trentina di anni fa s’è librato in aria ad iscoprir un’altra Venezia e non è più disceso. Angelo o gabbiano ha preso a sorvolare la città tempestandola d’un firmamento di puntini neri. E’ la sua scrittura, il suo metodo punti-glioso, assoluto, rigoroso ed irrequieto, capace di prendere possesso di un paesaggio, reinventarlo ed incantarlo in un battito d’ali, in un volteggio, in un pulviscolo d’alfabeto. Di lassù è tutta un’altra vista ed è quella distorta, instabile, sfumata del sogno. La Piazza, Bacino San Marco, le isole, i campi, le architetture. Picchiettando con certosina dedizione Rosario costruisce le sue visioni aeree, sale su e poi scende ad inquadrare una facciata di palazzo assiepando e diradando la sua costellazione granulare, illuminando ed ombreggiando, ritoccando con il colore, catturando l’immagine nella fitta rete della sua scrittura, raffinato esercizio di manualità estrema. Un’arte, con la quale Rosario ha percorso altri paesaggi e visioni e che ha applicato anche al ritratto, costruendo nobili volti antichi di nordica allucinata forza. Cresciuto alla scuola di Edmondo Bacci, all’Accademia di Belle Arti di Venezia e allievo di Luigi Tito, allo scivolare del pennello ha preferito il ritmo d’un pennino, al colore l’inchiostro. Uno scrittore, più che un pittore, capace di inventare un personale linguaggio con il quale ripercorrere il paesaggio. Un metodo che ha raccolto l’entusiasmo di tanti addetti ai lavori, ad iniziare dallo scrittore Giorgio Soavi, con il quale Rosario, da una ventina d’anni, ha avviato un’intensa collaborazione. Certo è difficile restare indifferenti dinanzi a questa poesia del volo, a queste immagini così fragili, raffinate, vaganti; uno sciame che si compatta e si disperde, riappare e riprende forma, guidato con sapienza e mano ferma da un direttore d’orchestra, un po’ architetto ed un po’ mago. Nel regno del sogno tutto è possibile, basta sapersi staccare da terra con gli occhi e con la mente”. 

Nella sala colazione del bed-and-breakfast Al Pozzo di Luce: Campo San Giovanni e Paolo e la sua basilica. 

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