Carnevale

CARNEVALE 2020: IL CORTEO DELLE MARIE

LA FESTA DELLE MARIE

Fin da piccola ho sempre adorato le storie. Inventarle, scriverle e soprattutto farmele raccontare. 

I miei nonni sono stati sicuramente i miei narratori preferiti. Da loro ascoltavo di tutto: dalle classiche favole ai loro racconti di vita, di un tempo che non ho mai conosciuto, ma fortemente immaginato. 

Oggi non ho più nessuno seduto accanto a me con un libro tra le mani ma c’è Venezia, che con il suo carico di storia (e), aneddoti e leggende, non lascia deluso a chi sa prestare ascolto.

La festa delle Marie è una nuova storia che si lascia allegramente raccontare. 

Non si tratta di una festa inventata come ad esempio la regata storia, nata nel 1896 in occasione delle feste della Esposizione internazionale d’arte (l’odierna Biennale), ma di un fatto storico realmente accaduto.

Con la “Festa delle Marie” si rievoca, in chiave moderna, la storica tradizione che vedeva il Doge di Venezia portare in omaggio, ogni anno, a dodici bellissime e umili fanciulle veneziane gioielli dogali come dote per il matrimonio.

Sin dal IX secolo, durante la festa della Purificazione di Maria che aveva luogo il 2 febbraio, venivano benedette le coppie che si sarebbero sposate entro l’anno. La benedizione avveniva nella chiesa di San Pietro di Castello, da cui ancora oggi parte il corteo, e tra le donne che ne prendevano parte venivano scelte le dodici più povere. Esse venivano vestite con sfarzosi abiti e gioielli preziosi, tutti oggetti prestati dalle principali chiese della città. 

Le cronache narrano che il 2 febbraio 973, nel bel mezzo della celebrazione religiosa, una banda di pirati dalmati, rapì le spose insieme ai loro gioielli. I pirati furono inseguiti e raggiunti nei pressi delle lagune di Caorle, dove i veneziano si vendicarono uccidendo i dalmati e recuperando le spose. Per ringraziare la Madonna della sua intercessione, venne istituita la festa delle Marie. 

Successivamente la festa assunse connotati più laici che religiosi e le Marie, come venivano chiamate le novizie, venivano fatte sfilare lungo il Canal Grande con un corteo di barche. Non potevano certo mancare i commenti sarcastici degli uomini sulle ragazze in mostra o quelli carichi di invidia delle famiglie escluse ; il corteo si tramutò ben presto in un’autentica gazzarra, tanto che le autorità vietarono l’esibizione dal vivo delle ragazze, facendo sfilare al loro posto dei manichini di legno, soprannominate  “Marione” o “Maria de tola” (cioè di legno). Con questa nuova impostazione la festa perse molto del suo senso originario e insieme ad esso il favore dei veneziani che reagirono cercando di sabotare la festa, la quale venne successivamente abolita.

La rievocazione si deve al regista e storico della musica Bruno Tosi e oggi è un appuntamento immancabile all’interno del Carnevale veneziano.

Le Marie vengono scelte all’interno di un concorso organizzato dall’associazione “Venezia è… (Storia arte cultura) e indossano i costumi tipici della tradizione veneziana ai tempi della Serenissima e acconciature di fine 1400 che si ispirano ai personaggi dei dipinti di Vittore Carpaccio. 

Come da tradizione il corteo parte da San Pietro di Castello percorrendo via Garibaldi e Riva degli Schiavoni fino ad arrivare sul palco di Piazza San Marco, sedute su portantine trasportate in spalla da giovani gondolieri e 43 sportivi. 

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