Grande attesa per la Festa Veneziana sull’acqua che, da venerdì 18 febbraio, si trasferisce in Arsenale in un inimitabile teatro a cielo aperto per celebrare “Remember the Future”, il Carnevale di Venezia 2022 con uno straordinario spettacolo sull’acqua, elemento con cui la città ha creato il suo legame più forte e che quest’anno festeggia i 1600 anni dalla sua fondazione. Nebula Solaris verrà riproposta due volte al giorno per un totale di 9 nove serate: venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 febbraio e da giovedì 24 febbraio a martedì 1 marzo con due repliche giornaliere alle 18.45 e alle 21.15. Lo spettacolo sull’acqua è curato da Opera Fiammae e Viorica con la regia di Anton Bonura, che daranno vita ad una memorabile serata di giochi di acqua e fuoco con una narrazione onirica che trasforma in arte gli elementi di aria, terra, acqua e fuoco creando visioni immaginifiche di mondi sommersi e civiltà future. Su imbarcazioni e chiatte galleggianti, allestite e scenografate con installazioni metalliche con il fuoco, fra le fiamme e sulle acque antistanti la darsena dell’Arsenale, gli artisti si esibiranno in un repertorio tra giochi, attrezzature sceniche, acrobati, visionari delle bolle di sapone e mirabolanti evoluzioni del Flyboard.
BIGLIETTI E PRENOTAZIONE Compatibilmente con la situazione pandemica e la relativa normativa di riferimento, lo spettacolo è solo su prenotazione sul sito ufficiale del Carnevale di Venezia www.carnevale.venezia.it o acquistabile nei centri predisposti alla distribuzione e vendita dei titoli.
Sia i biglietti gratuiti per i residenti che quelli a pagamento possono essere acquistati online o esibendo un documento d’identità, nei punti vendita Vela Venezia Unica di: Piazzale Roma, Tronchetto, Mestre Piazzale Cialdini, Correr Piazza San Marco, Dolo e Sottomarina. I biglietti sono strettamente personali, non cedibili, non rimborsabili e non modificabili. Il titolo d’ingresso può essere stampato o presentato su smartphone. Per l’occasione è disponibile un collegamento acqueo speciale dedicato SOLO ai possessori di biglietto per lo spettacolo, linea Carnevale-Arsenale CA.
COME ARRIVARE In Vaporetto Da S. Marco-S. Zaccaria “A” a Torre di Porta Nuova\Arsenale: corse a partire dalle ore 17.30 (per lo spettacolo delle 18.45) e dalle ore 20 (per lo spettacolo delle ore 21.15); da Torre di Porta Nuova\Arsenale a S. Marco-S. Zaccaria: corse alla fine di ogni spettacolo.
L’accesso a bordo è consentito con il biglietto per lo spettacolo e con i seguenti titoli di viaggio Actv: biglietto A\R da €5,00 dedicato esclusivamente alla linea CA, biglietti a tempo (1, 2, 3, 7 giorni), abbonamento Rete Unica, biglietto Rete Unica o carnet (riservati alle tessere Venezia Unica abilitate alla rete di navigazione).
A Piedi Per raggiungere a piedi l’Arsenale l’ingresso è dai Bacini – Arsenale Nord. Partendo da Piazza San Marco si potrà raggiungere la zona dello spettacolo in 25 minuti passando per San Francesco della Vigna, direzione Bacini, e procedendo poi per la passerella che collega la Celestia all’ingresso dei Bacini lungo il muro di confine Nord dell’Arsenale.
Per l’ingresso nell’area dello spettacolo sarà necessario esibire il Green Pass “rafforzato”, verrà effettuata la misurazione della temperatura, e potranno essere effettuati controlli di sicurezza. Obbligo di mascherina FFP2.
Emozione, adrenalina, allegria, ecco ciò che accomuna il volo dell’angelo e lo “svolo” dell’aquila, i due eventi clou che sono ormai diventati parte integrante della programmazione del Carnevale di Venezia e che riuniscono migliaia di spettatori nella splendida cornice di Piazza San Marco.
Il primo apre ufficialmente la manifestazione, il secondo invece ne sancisce la chiusura.
Ma quali sono le origini di questi due voli?
Il Volo dell’Angelo ha una tradizione molto antica in quanto fece la sua comparsa nel Carnevale di Venezia nella seconda metà del 500.
In questa occasione un giovane acrobata turco riuscì, aiutato solo da un bilanciere, ad arrivare alla cella campanaria del Campanile di San Marco camminando sopra una lunghissima fune che partiva da una barca ancorata sul molo della Piazzetta. Nel percorso di ritorno invece raggiunse la balconata del Palazzo Ducale, porgendo i suoi saluti al Doge. Fu un’impresa spettacolare che riscosse molto successo tanto che l’evento, subito denominato Svolo del turco venne riproposto anche nelle successive edizioni del Carnevale come cerimonia ufficiale.
Per parecchi anni si esibirono solo funamboli di professione, poi anche molti giovani che volevano dimostrare il proprio coraggio e le proprie abilità.
Lo Svolo del Turco, nelle varie edizioni, subì diverse modifiche. Per molti anni, fu fatto scendere, a grande velocità, dal campanile fino alla loggia del Palazzo Ducale, un uomo vestito con delle ali e legato ad una fune con anelli metallici. Da questa modifica venne coniato il nome Volo dell’Angelo.
L’evento si tenne con queste modalità fino al 1759, quando l’esibizione finì in tragedia con la caduta dell’acrobata che si schiantò al suolo tra la folla inorridita. A seguito di questo tragico incidente, l’appuntamento fu vietato e il Volo dell’Angelo venne sostituito dal Volo della Colombina. Al posto del funambolo veniva infatti lanciata una grande colomba di legno che nel suo tragitto, partendo sempre dal campanile, liberava sulla folla fiori e coriandoli.
Sarà solo a partire dal 2001 che il volo dell’angelo verrà effettuato nuovamente da un’acrobata riportando in vita l’antico rito di omaggiare il doge che proclama l’inizio del Carnevale di Venezia in un tripudio di coriandoli. Dal 2010 l’acrobata è stato sostituito dalla vincitrice del concorso della Festa delle Marie. Un’altra curiosità è data dal fatto che dalla cella campanaria, si scendeva verso Palazzo ducale ma grazie all’intuizione di un direttore artistico di qualche Carnevale fa, l’Angelo viene fatto arrivare direttamente sul palcoscenico. Un complesso di cavi e contrappesi rende possibile questo volo senza danneggiare la città e nel pieno rispetto della sua architettura.
E’ stata Linda Pani, 20 anni, Maria della scorsa edizione del Carnevale, a rappresentare l’angelo di quest’anno.
Una giornata di sole e piena di colori (soprattutto l’arancione, data la presenza di Aperol, sponsor della manifestazione …) quella che ha fatto da sfondo al lancio della giovane Linda.
Ore 12, mi posizione a lato del palco, la piazza è gremita di gente, naso all’insù in attesa del lancio, a immaginare come sarebbe stato, a che velocità sarebbe scesa.
E se fossi io al suo posto, con 20 anni di meno ovviamente, lo farei? Oh sì, certo che mi lancerei sulla piazza più bella del mondo, con un vestito creato apposta per l’occasione.
Infatti, le parole di Linda a volo avvenuto, lo confermano.
“E’ stato fantastico, un sogno che si realizza, non dovevo piangere ma non sono riuscita a trattenere le lacrime e commuovermi, è stato brevissimo ma intenso, è proprio “volato”. Mi ero sempre ripromessa, fin da piccola, di non salire mai sul campanile di San Marco senza poterci scendere come l’Angelo, e così ho fatto: oggi è stata la prima volta che salivo lassù. E’ stata energia pura, a parole non si può descrivere, il pubblico che ti guarda, ti saluta, il sole, la Piazza, sono felicissima, un’esperienza meravigliosa. Un bel messaggio dopo l’acqua granda di novembre che dimostra come la città si sia ripresa subito, Venezia è salva ed è dei veneziani e non veneziani che la amano”.
Una Linda emozionata e forse ancora incredula per l’impresa compiuta, quella che arriva sul palco con uno splendido abito creato dall’atelier Stefano Nicolao.
Evidente l’ispirazione al tema ufficiale del Carnevale: un cuore che simboleggia l’amore, il gioco della gonna che ricorda quasi una giostra e la follia di mescolare dei materiali creati apposta per l’occasione.
L’abito è composto, nella parte superiore, di un bustino in seta arancione con effetto laminato doppiato in macramé aranciato, di un cuore frontale ricamato con pietre e cristalli veneziani, le maniche ad ala in doppio cristal plissé e, sul collo, oro e piume oro e bianche. L’ampia gonna invece, articolata in molteplici spicchi, con un abbassamento in macramé aranciato, si completa di sottogonna armata, calze e calzature.
Vi consiglio di visionare il video della creazione disponibile sul sito dell’atelier.
Il volo dell’Angelo 2020
Il volo dell’Aquila
Visto il successo del Volo dell’Angelo, da qualche anno a questa parte è stato istituito un altro volo acrobatico sulla folla festante di Piazza San Marco: il volo dell’Aquila, appuntamento mirato a far rivivere le tradizionali “machine” sceniche che venivano usate nella Serenissima durante l’epoca rinascimentale, quando turchi, apparati scenici, barche e animali “svolavano” su Piazza San Marco.
I protagonisti? Solitamente campioni dello sport italiano, come la pattinatrice artistica Carolina Kostner (2014) o la campionessa paralimpica Giusy Versace (2015).
Quest’anno si è cimentato il campione di discesa libera Kristian Ghedina.
Ho avuto la fortuna di incontrarlo alla vigilia del lancio e la sua allegria è contagiosa:
“Sono contento, è un privilegio non da tutti. Io avrò la fortuna di poter vedere Piazza San Marco gremita di gente dall’alto. Stare in aria è sempre stata la mia passione, non sono preoccupato, è un evento che si fa da anni, tutto è perfettamente strutturato.Scenderò con una bandiera importante, quella dei campionati mondiali di sci alpino di Cortina 2021. E’ un mondiale che rappresenta tutta la nazione e posso portare l’italianità in giro nel mondo. Ovviamente c’è un po’ di paura per domani, ma sono un fatalista, vivo alla giornata. Con il mio mestiere è normale, c’è sempre un po’ di tensione che aumenta quando ci si avvicina all’evento. La definirei piuttosto tensione da prestazione”.
Il suo rapporto con Venezia? La considera una città bellissima, ma la frequenta poco, bisogna viverla per poterla apprezzare al meglio. Infatti rivela:
“sono sempre di fretta, e forse qui diventerei matto per i tempi che la città ti impone, visto che devi spostarti sempre a piedi. Noi siamo degli zingari vagabondi, gli impegni aumentano sempre di più e sono costantemente in giro con la valigia sempre pronta”.
Ma eccoci a domenica. Una giornata particolare, cielo grigio e nell’aria è palpabile la preoccupazione per il diffondersi del coronavirus.
Questa volta faccio meno fatica a raggiungere la Piazza, c’è molta meno gente rispetto alla domenica precedente, quasi nessun blocco e le calli sono facilmente percorribili.
Purtroppo in tanti si stanno preparando a lasciare Venezia e chi sarebbe dovuto venire solo in giornata ha cambiato i suoi programmi. Ho la sensazione che ci sia la voglia di portare avanti la festa ma la testa è altrove.
La grinta e il sorriso di Kristian Ghedina restano però intatti.
Sulle note di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin nella versione di Santana, Kristian Ghedina si è lanciato dal campanile di San Marco con ai piedi i suoi immancabili sci diventati, come lui stesso sostiene, orami un prolungamento dei suoi piedi, e riuscendo a rievocare in volo la spaccata fatta a 140km/h sullo schuss finale di Kitzbuhel nel 2004, una delle sue “folli” imprese sugli sci diventate, poi, storia. Tra le sue mani, come annunciato, la bandiera dei Mondiali di Cortina 2021 di cui è Ambassador.
E vogliamo parlare del costume che ha indossato? Un abito di carte da gioco e sulle spalle un cuore rosso fuoco, creazione dell’Atelier Pietro Longhi. Un costume che lo stesso Ghedina ha definito da “samurai” e che lo rappresenta perfettamente perché i samurai sono dei combattenti.
“Un vestito azzeccato per la mia figura, per quello che ho incarnato nella mia carriera sportiva. Mi piace combattere contro le difficoltà.
Interpretare l’Aquila per me è stato un privilegio, stare in aria è sempre stata la mia passione e aver avuto l’opportunità di “sciare” sulla piazza più bella del mondo è stata un’emozione».
Volo dell’aquila con Kristian Ghedina e Cristina Chiabotto
Fin da piccola ho sempre adorato le storie. Inventarle, scriverle e soprattutto farmele raccontare.
I miei nonni sono stati sicuramente i miei narratori preferiti. Da loro ascoltavo di tutto: dalle classiche favole ai loro racconti di vita, di un tempo che non ho mai conosciuto, ma fortemente immaginato.
Oggi non ho più nessuno seduto accanto a me con un libro tra le mani ma c’è Venezia, che con il suo carico di storia (e), aneddoti e leggende, non lascia deluso a chi sa prestare ascolto.
La festa delle Marie è una nuova storia che si lascia allegramente raccontare.
Non si tratta di una festa inventata come ad esempio la regata storia, nata nel 1896 in occasione delle feste della Esposizione internazionale d’arte (l’odierna Biennale), ma di un fatto storico realmente accaduto.
Con la “Festa delle Marie” si rievoca, in chiave moderna, la storica tradizione che vedeva il Doge di Venezia portare in omaggio, ogni anno, a dodici bellissime e umili fanciulle veneziane gioielli dogali come dote per il matrimonio.
Sin dal IX secolo, durante la festa della Purificazione di Maria che aveva luogo il 2 febbraio, venivano benedette le coppie che si sarebbero sposate entro l’anno. La benedizione avveniva nella chiesa di San Pietro di Castello, da cui ancora oggi parte il corteo, e tra le donne che ne prendevano parte venivano scelte le dodici più povere. Esse venivano vestite con sfarzosi abiti e gioielli preziosi, tutti oggetti prestati dalle principali chiese della città.
Le cronache narrano che il 2 febbraio 973, nel bel mezzo della celebrazione religiosa, una banda di pirati dalmati, rapì le spose insieme ai loro gioielli. I pirati furono inseguiti e raggiunti nei pressi delle lagune di Caorle, dove i veneziano si vendicarono uccidendo i dalmati e recuperando le spose. Per ringraziare la Madonna della sua intercessione, venne istituita la festa delle Marie.
Successivamente la festa assunse connotati più laici che religiosi e le Marie, come venivano chiamate le novizie, venivano fatte sfilare lungo il Canal Grande con un corteo di barche. Non potevano certo mancare i commenti sarcastici degli uomini sulle ragazze in mostra o quelli carichi di invidia delle famiglie escluse ; il corteo si tramutò ben presto in un’autentica gazzarra, tanto che le autorità vietarono l’esibizione dal vivo delle ragazze, facendo sfilare al loro posto dei manichini di legno, soprannominate “Marione” o “Maria de tola” (cioè di legno). Con questa nuova impostazione la festa perse molto del suo senso originario e insieme ad esso il favore dei veneziani che reagirono cercando di sabotare la festa, la quale venne successivamente abolita.
La rievocazione si deve al regista e storico della musica Bruno Tosi e oggi è un appuntamento immancabile all’interno del Carnevale veneziano.
Le Marie vengono scelte all’interno di un concorso organizzato dall’associazione “Venezia è… (Storia arte cultura) e indossano i costumi tipici della tradizione veneziana ai tempi della Serenissima e acconciature di fine 1400 che si ispirano ai personaggi dei dipinti di Vittore Carpaccio.
Come da tradizione il corteo parte da San Pietro di Castello percorrendo via Garibaldi e Riva degli Schiavoni fino ad arrivare sul palco di Piazza San Marco, sedute su portantine trasportate in spalla da giovani gondolieri e 43 sportivi.
E’ stato un weekend ricco in emozioni quello che si è appena concluso.
Pur vivendo a Venezia da anni, non avevo mai assistito all’apertura del Carnevale: il lavoro, troppa confusione, magari la prossima volta mi organizzo meglio, o quasi quasi ne approfitto per andare via qualche giorno da Venezia, insomma c’è sempre stato qualcosa che mi ha trattenuto dal buttarmi in strada; quest’anno invece ci sono e devo ammettere che per il momento sono stata piacevolmente sorpresa.
Venezia d’altro canto non mi ha mai deluso con le sue proposte negli eventi clou, basti pensare ai fuochi d’artificio del Redentore o a quelli della notte di Capodanno: uno spettacolo nello spettacolo.
Quest’anno, grazie a questo blog, ho ottenuto il pass per la stampa e ciò rappresenta sicuramente l’occasione di vivere e di poter raccontare il Carnevale in maniera diversa. Non nascondo che l’eccitazione è ai massimi livelli. Il primo evento a cui posso accedere è il cosiddetto Carnevale dei veneziani, due giorni di festa sull’acqua che si sono svolti sabato 8 e domenica 9 febbraio.
Come per gli anni precedenti, l’inaugurazione del Carnevale ha luogo lungo il rio di Cannaregio.
Uscita di casa decido di recarmi a piedi verso Strada Nuova; passo svelto, non voglio arrivare in ritardo, è piacevole stare fuori, l’aria è tiepida per essere febbraio.
Raggiungo Davide e troviamo posto all’imbarcadero delle Guglie; non potevamo sperare in una posizione migliore, siamo proprio a filo dell’acqua.
Non so cosa aspettarmi; mi guardo intorno. Accanto a noi fotografi e giornalisti, lungo la riva tantissima gente ha trovato la propria postazione; da quanto tempo sono lì in attesa?
Penso a tutta la macchina organizzativa: una sfilata sull’acqua non deve essere semplice da concepire, allestire, organizzare.
E gli artisti? Ho sentito parlare di acrobati, ballerini, giocolieri. Il canale di Cannaregio sarà il loro palcoscenico galleggiante. Riusciranno a mantenere l’equilibrio su una barca in movimento?
Con l’impazienza di una bambina, non vedo l’ora che tutto abbia inizio.
E il titolo della serata, Amoris Causa, come verrà declinato? Amore, uno dei temi di questo Carnevale: onore dunque alla più saggia delle follie!
La magia e la poesia non tardano ad arrivare.
Le barche iniziano a scivolare lentamente sull’acqua: a bordo artisti che danzano all’interno di bolle trasparenti, cavalieri e mangiatori di fuoco, acrobati: tutti accomunati da un unico sentimento, quello dell’amore, mostrato da ognuno di loro nelle sue diverse sfaccettature.
Anche la musica la fa da padrona: una bellissima e penetrante The Soud of Silence, nella versione interpretata dai Disturbed, e la gioiosa Viva la Vida dei Cold Play fanno rimbalzare le varie emozioni che lo spettacolo suscita (credo) in ognuno di noi.
Il picco di poesia si ha all’arrivo di una ragazza vestita di rosso, sospesa in aria da una moltitudine di molecole di elio. Attraversa il canale con una leggerezza mai vista, fino ad incontrare il suo lui, ancorato ad un braccio meccanico. Sembrano cercarsi, trovarsi per poi separarsi di nuovo, ma poi finalmente si ritrovano, si toccano, arriva il bacio. Uniti dopo tanto vagare.
Sarà allora questo l’amore? Un andare e tornare, la voglia di lasciarsi andare e liberarsi di tutto, tentando di conservare e preservare la propria parte più razionale?
E non sarà forse questo il mio rapporto con Venezia? Una città che può stordirti per la sua bellezza e per la sua fragilità e che non vuoi più abbandonare, ma che allo stesso tempo ti mette a dura prova e sembra prendere più di quello che ti dà. Ti ripeti che un giorno partirai, la lascerai questa città, ma sei ancora qui: Venezia ti dà sempre una scusa per restare.
Ma che Carnevale sarebbe se non ci si lascia andare alle emozioni e a qualche piccola trasgressione?
Un grande applauso alla compagnia veneziana Wavents e a Opera Fiammae per questo regalo fatto di luci, colori, suoni, emozioni e coreografie mozzafiato.
Tutt’altra atmosfera invece domenica per la seconda parte della Festa Veneziana sull’acqua.
Si preannuncia una giornata allegra e soleggiata.
Questa volta sono da sola, Davide non ha potuto raggiungermi.
Sempre a piedi mi avvio verso il rio di Cannaregio per il gran finale del corteo di barche partite da Punta della Dogana. Già prima di arrivare, tra i canali di Venezia incrocio imbarcazioni di vario tipo, tutte colorate, ognuna travestita con un tema differente (ci sono il gallo, il gabbiano, il drago, il delfino… ), con a bordo adulti e ragazzini, che fin dalla più tenera età si cimentano nello sport veneziano per eccellenza, la voga alla veneta.
Le barche, dopo il consueto alzaremi davanti al Ponte di Rialto, fanno il loro ingresso sul canale di Cannaregio. Questo preannuncia l’arrivo a breve della Pantegana gigante di cartapesta a bordo della cosiddetta “peata”, una grossa imbarcazione da trasporto utilizzata in laguna.
Subito dopo il suo arrivo coriandoli e stelle filanti vengono sparati dal suo dorso.
Il Carnevale 2020 ha ufficialmente inizio.
È il momento di dirigersi verso gli stand enogastronomici offerti dai ristoratori dell’ A.E.P.E. (Associazione Esercenti Pubblici Esercizi) e allestiti lungo la fondamenta dove è possibile assaggiare prodotti de territorio; inutile dire che vengono letteralmente presi d’assalto.
Attendo il deflusso delle persone, vorrei riuscire a scambiare qualche parola con chi il Carnevale lo vive da protagonista e in maniera attiva.
Mi avvicino ad una barca di vogatori; pochi scambi di battute, sono tutti troppo su di giri per potermi concedere un’intervista. Li lascio alla loro allegria e al loro meritato riposo dopo lo sforzo compiuto.
Proseguo la mia passeggiata e incontro Eleonora, una delle Marie della passata edizione. Quella di oggi è la loro ultima partecipazione al Carnevale, tra qualche giorno ci sarà il passaggio di consegne con le nuove ragazze elette.
Per Eleonora è il sogno di bambina che diventa realtà.
Con una spontaneità disarmante mi racconta:
“Ho sempre seguito in compagnia della mamma e la nonna il corteo delle Marie che, partendo da San Pietro di Castello, arriva fino a San Marco. L’anno scorso, al compimento del diciottesimo anno, sono riuscita a coronare il mio sogno. Non me l’aspettava; era anche l’anno della maturità, l’ansia era onnipresente.
È stata un’esperienza magica, mi è sembrato di aver vissuto una favola, per i vestiti, i gioielli, il corteo. Il primo giorno ti portano in portantina da San Pietro a San Marco ed è un’emozione indescrivibile. Vedere tutte quelle che persone che sono lì per te…. Ero estremamente commossa.
Ho vinto come Maria del Gazzettino, il che vuol dire che sono stata votata dai Veneziani. Sono entrata nelle case delle persone e nei cuori di chi mi seguiva e questo mi ha riempito di gioia. È stata molto forte la partecipazione di chi ancora ama il Carnevale.
Ieri abbiamo assistito alla selezione delle nuove Marie. Il 14 andremo ad aiutare a vestire le nuove ragazze e poi la mia esperienza si conclude qui.
Se potessi rifarei tutto.”
E allora buon tutto Eleonora, ti aspettano sicuramente altri amori, altri giochi, altre follie!
Quando penso al Carnevale di Venezia immagino elaborate e colorate maschere, sontuosi costumi che sfilano in Piazza San Marco o segrete feste in splendidi palazzi veneziani. Il Carnevale è sicuramente questo che ho appena elencato, ma anche e molto di più.
Esiste un Carnevale culturale, che coinvolge numerose istituzioni cittadine, il cui programma è stato presentato ieri durante la conferenza stampa tenutasi presso Palazzo Labia.
Ho già assistito ad altre conferenze stampa ma prendervi parte a Palazzo Labia fa sempre un certo effetto.
Si tratta di un imponente edificio barocco situato nel sestiere di Cannaregio, costruito tra il XVII e il XVIII secolo. Nel salone da ballo è presente un capolavoro di Giambattista Tiepolo: il ciclo di affreschi dedicato alle Storie di Antonio e Cleopatra, su commissione dei fratelli Angelo Maria e Paolo Antonio Labia. Oggi il Palazzo ospita la sede regionale della Rai.
Ma ritorniamo al nostro Carnevale che quest’anno promette grandi sorprese.
La presentazione si è svolta alla presenza dell’assessore comunale al Turismo, Paola Mar, il direttore artistico del Carnevale 2020, Massimo Checchetto, l’amministratore unico di Vela Spa, Piero Rosa Salva, e la coordinatrice del programma culturale del Carnevale, Marta Moretti. A fare gli onori di casa Giovanni De Luca, direttore di Rai Veneto.
Il programma culturale del Carnevale nasce una decina di anni fa sotto la direzione di Stefano Karadjov. Nel corso del tempo il Carnevale si è consolidato e quello di quest’anno non fa altro che fare tesoro delle collaborazioni avviate e consolidate negli anni passati con le diverse realtà cittadine, integrando nuove collaborazioni artistiche e nuove sedi che ospiteranno i vari eventi.
In costa consiste? In 50 appuntamenti trasversali che spaziano tra musica, prosa, mostre, laboratori, attività ludico – didattiche … eventi per la maggior parte gratuiti, distribuiti sul territorio di Venezia e Mestre con un’incursione a Murano per uno spettacolo molto particolare. Tutto ciò ha permesso di unire in un unico palinsesto le eccellenze di questa città e darà la possibilità di sperimentare i luoghi della cultura in una prospettiva diversa.
Come ha precisato il direttore artistico Massimo Checchetto, non si tratta di un carnevale parallelo, ma di un percorso che, suggerito e guidato attraverso l’adesione artistica di studiosi, filosofi e artisti veneziani e veneti, ci porta all’interno del DNA del carnevale. E’ una visione curiosa, ironica, diversa che guarda più alla storia, sensibile e poetica di una tradizione veneziana. Una visione che ci fa vedere, come se si trattasse di un viaggio immaginario, l’interno, i muscoli, il sangue, ciò che scorre dentro al Carnevale. “Non possiamo pensare di avere futuro senza una storia, senza conoscere il passato”.
Anche l’assessore Paola Mar non ha potuto fare a meno di sottolineare l’importante partecipazione delle istituzioni che, in un momento difficile per la città, si sono adoperate per dare un’offerta che caratterizza maggiormente il Carnevale.
“Non c’è un Carnevale uguale al mondo, le sfilare avvengono sia sull’acqua che sui carri. E non c’è un Carnevale al mondo per tutta l’attenzione alla declinazione del tema dal punto di vista culturale. C’è ancora qualcosa in più che rende Venezia e il Comune di Venezia speciali.”
Venezia ha così mostrato la sua capacità di aggregarsi: siamo in presenza di un’offerta sì differenziata, ma con un percorso sinergico ed è quello che, secondo l’assessore Mar, ha dato e continua a dare il miglior risultato. Si tratta di un carnevale culturale dedicato anche e soprattutto ai veneziani che potranno sperimentare l’amore, il gioco e la follia a tutti i livelli, soprattutto dal punto di vista della conoscenza.
“Ci sarà da divertirsi e la possibilità di accrescere il nostro sapere”.
In concomitanza con il Grand Opening del Carnevale a Cannaregio (Festa Veneziana) l’8 febbraio, la Fabbrica del Vedere inaugura Venezia, Carnevale e l’Amore. Immagini della Venezia in maschera, un’esposizione che, con fotografie, estratti di film e oggettistica racconta il tema del Carnevale.
Curata dall’Archivio Carlo Montanaro con la collaborazione dell’Università Popolare, CINIT e Fondazione Archivio Vittorio Cini, resterà aperta sino al 7 marzo.
Di quale amore, di quanto amore, due straordinarie proiezioni di cinema delle origini, musicate dal vivo al pianoforte da Lorenzo Liuzzi, a cura dell’Archivio Carlo Montanaro.
Ospita il progetto No Plastic Artivism di Alexandra Mas, dal titolo Amor che nullo amato amar perdona, con creazioni sul tema dei rifiuti e del riciclo, in collaborazione con il fotografo Marco Tassini e il team della Bottega dei Mascareri (dal 14 febbraio).
Museo di Palazzo Mocenigo: Linda Bobbo presenta Tra(i)vestiti. Ritratti femminili, un monologo comico sul tema del travestimento (sabato 15 febbraio).
Ca’ Rezzonico: visita e laboratorio per bambini con Paper Mask (sabato 15 febbraio) e il racconto animato Innamorate a cura di Michela Mocchiutti con l’accompagnamento di Antonella Meridda che conduce alla scoperta delle attrici di teatro a partire dal Settecento (lunedì 24 febbraio).
Casa di Carlo Goldoni: presenta le Il Gioco, l’Amore e la Follia. Le 12 Marie del Carnevale raccontano Goldoni e il Carnevale (martedì 18 febbraio), mentre la compagnia Pantakin accompagnerà alla scoperta della commedia dell’arte con L’amor comico (giovedì 20 e domenica 23 febbraio). Infine, per festeggiare il compleanno di Carlo Goldoni, una speciale visita al museo a cura di Natalia Spolador e Pierdomenico Simone Casa e teatro, teatro e casa
Museo Correr: Alessandro Bressanello legge e interpreta Le favole di Gianni Rodari (sabato 22 febbraio).
Mostra di maschere Il gioco, l’amore e la follia nell’immaginario popolare realizzate dall’artista Giorgio De Marchi promossa dall’associazione Bel Teatro.
Per tutta la durata della mostra il “teatro di maschera” di Nora Fuser animerà l’evento (da sabato 15 febbraio).
Due incontri musicali: C’era una volta…musica!, concerto degli allievi dell’Associazione Musicale “Ermanno Wolf-Ferrari”, diretti da Edda Pittan Lazzarini (sabato 22 febbraio), e Music in Love concerto a quattro mani di Ezio e Anna Lazzarini (domenica 23 febbraio).
Propone cinque laboratori dedicati ai bambini – Paper circuit, Scribbling Machines, Circuiti Morbidi, Stencil and Stickers e Volare con i droni – per avvicinare i più piccoli al mondo dell’autoproduzione, del riuso e della personalizzazione (sabato 15 e sabato 22 febbraio).
Gerardo Balestrieri renderà omaggio a Corto Maltese con la presentazione del suo album Canzoni del Mare Salato (domenica 16 febbraio), e Alessandro Bressanello con Le favole di Gianni Rodari (domenica 23 febbraio).
Alberto Toso Fei presenta il tema del Carnevale in una conferenza spettacolo dedicata al gioco, all’amore e alla follia (domenica 16 febbraio), mentre Luca Scarlini, accompagnato da Francesca Benetti, in La Ballata degli Amori Infelici ripercorre alcune delle vicende amorose più ‘catastrofiche’ tra letteratura e cronaca (venerdì 21 febbraio).
Palazzo Labia
La metafora del cuore, recital pianistico di beneficienza di Letizia Michielon promosso dall’Associazione AgimusVenezia, Rotary Club Venezia e RAI del Veneto, il cui incasso sarà devoluto alla Casa Famiglia Pio X della Giudecca (lunedì 17 febbraio).
Eros e Thanatos è invece il viaggio tragicomico in parole e musica nelle follie dell’amore a cura di Maurizio Agosti, in arte Principe Maurice, con il Maestro Raffaello Bellavista e il Maestro Matteo Marabini (mercoledì 19 febbraio).
Mostra documentaria dal titolo Amori di carta, carte d’amore. Vicende di vita amorosa attraverso i documenti antichi della Serenissima (dal 18 al 25 febbraio). Il progetto è arricchito da un video che racconta una storia di amore violento e una di amore fedele. Sono previste visite guidate tutte le mattine, dal lunedì al venerdì.
La donna del fuoco. Marietta Barovier pioniera delle perle veneziane: spettacolo che ripercorre la storia di una donna portatrice dei segreti dell’arte delle perle di vetro e dell’amore per la sperimentazione e l’alchimia (martedì 18 febbraio); a cura di Arte-Mide.
Segue un monologo comico di Linda Bobbo, Tra(i)vestiti. Ritratti femminili, una carrellata di donne di estrema originalità (mercoledì 19 febbraio).
Dedicato ai più piccoli è, invece, Il frigorifero lirico di Antonio Panzuto, un’opera che prende ispirazione dal Vascello fantasma di Richard Wagner.
Repliche di La donna del fuoco. Marietta Barovier pioniera delle perle veneziane e de Il frigorifero lirico (rispettivamente venerdì 21 e lunedì 24 febbraio).
Lo spettacolo promosso da Arte-Mide su Marietta Barovier va in scena anche a Murano, (sabato 22 febbraio) e al Teatro a l’Avogaria (domenica 23 febbraio).
Anche quest’anno crea una vera e propria mini stagione carnevalesca, con quattro pomeriggi di eventi.
Gerardo Balestrieri presenta il suo album Canzoni del mare salato (mercoledì 19 febbraio).
L’Associazione Culturale Musica Venezia diretta da Roberta Reeder presenta un inedito spettacolo dedicato a due celebri protagonisti del Carnevale con Una serata con Arlecchino e Pierrot (giovedì 20 febbraio).
Vogio cantar e star alegramente di Emi(n)canto Trio (Monica Giori, Verdiana Bacchin, Erika Tosato), Nina Pesce e Stefano Patron, promosso dall’associazione La Rete, porta in scena la tradizione delle villotte, il canto popolare delle donne veneziane (venerdì 21 febbraio).
Conclude gli appuntamenti Passioni, vizi virtù… ieri come oggi, uno spettacolo pomeridiano dedicato alle più famose commedie goldoniane a cura di Acqualta Teatro (martedì 25 febbraio).
Nel Palazzo Trevisan degli Ulivi nel Palazzo Trevisan degli Ulivi va in scena La storia della fuga dalla prigione dei Piombi di Giacomo Casanova, Fuga dai Piombi. I fantasmi di Goldoni e Casanova a Venezia, a cura di Antonella Barina e promosso dall’associazione La Rete (giovedì 20 febbraio).
Prestigiosa programmazione con il balletto Duse (8 e 9 febbraio) e il melodramma L’elisir d’amore (dal 15 al 25 febbraio).
A seguire: il CarnivalCocktail nelle Sale Apollinee (20 e 23 febbraio). Le Sale Apollinee ospitano inoltre Fantasmagorie. Vita, morte e miracoli di Pulcinella, spettacolo di teatro musicale liberamente ispirato alle opere di Giandomenico Tiepolo.
Al Teatro Malibran invece La serva padrona, con musiche di Giovanni Battista Pergolesi (sabato 15 febbraio).
Ospita gli spettacoli di Ennio Marchetto e Sosten Hennekam The Living Paper Cartoon (giovedì 20 febbraio), La casa nova di Carlo Goldoni (da venerdì 21 a domenica 23 febbraio) e
Winners Gala, con i ballerini e coreografi vincitori della Russian National Ballet Competition (martedì 25 febbraio).
Illusion: Nothing is as it seems, imperdibile mostra organizzata da Science Gallery, dove scienza e arte si incontrano, dimostrando quanto la mente umana sia facilmente ingannabile (fino al 4 aprile).
Mostra Diorami dal Vangelo. Gesù: la vita, realizzata da Francesco Bonvissuto e curata da Gianmatteo Caputo che racconta gli episodi della vita di Cristo, proponendo una lettura incisiva del Vangelo, accessibile anche ai non vedenti (aperta fino a maggio).
Appuntamenti molteplici che prevedono visite guidate giornaliere alla scoperta della collezione permanente e Maschere!, laboratorio per bambini, che prende ispirazione dalle maschere di origine africana, oceanica e meso-americana presenti nella mostra Migrating Objects. Arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim (domenica 23 febbraio).
Prosegue anche quest’anno Venezia, una vita in maschera, il racconto della tradizione delle maschere offerto da Ca’ Macana, con un ricco calendario di appuntamenti, dove si può godere anche di una dimostrazione pratica (dall’8 al 25 febbraio).
Palazzetto Bru Zane – Centre de musiche romantique françaisepropone una conferenza dal titolo Risate in miniatura: Offenbach e i maestri dell’operetta (giovedì 20 febbraio) e mette in scena l’operetta in lingua francese Offenbach e Wachs (da venerdì 21 a domenica 23 febbraio).
Sarà inoltre eccezionalmente aperto al pubblico per sei giorni di visite guidate gratuite in varie lingue (da giovedì 20 a martedì 25 febbraio).
Ospiterà un’incredibile rievocazione storica con Le Marie incontrano la Collezione Grimani, progetto a cura di Mariagrazia Bortolato e Raffaele Dessì con il Maestro Fernando De Luca e il Maestro Marco Rosa Salva (lunedì 17 febbraio).
Con lo spettacolo Amore, Follia e Gioco, racconterà presso la sala teatro di Chirignago quanto l’amore sia un folle gioco a due, in un turbinio di canzoni e di duetti comici (sabato 15 e domenica 16 febbraio).
A cura dell’Istituto Barbarigoa Palazzo Morosiniin collaborazione con lo storico del food veneziano Fabio Busetto, IIS Marco Polo – Liceo Artistico -Sezione Musicale e Consorzio del Merlara Doc, Fritole e fritoleri. I dolci del Carnevale di Venezia dal passato ad oggi, la degustazione di vari tipi di fritole e dolci tipici della tradizione del Carnevale dal 1500 ad oggi (venerdì 14 febbraio) .
Tra le iniziative culturali c’è il progetto di Roberto Zamberlan sul colombo con dodici riproduzioni del volatile, create da altrettanti artisti che verranno assegnate a ciascuna delle Marie del Carnevale. Undici delle opere saranno poi vendute a un’asta di beneficienza, mentre la dodicesima, assegnata alla Maria vincitrice, resterà al Ristorante Colombo, sponsor del progetto.
Tutti i dettagli, gli orari i giorni delle repliche e le modalità di prenotazione e accesso agli spettacoli e ai concerti sono disponibili on line, nel sito www.carnevale.venezia.it.
Siete pronti a cavalcare il palcoscenico più attraente e bello del mondo ?
Un fitto calendario di appuntamenti animerà l’edizione 2020 del Carnevale di Venezia, il cui tema sarà l’amore declinato insieme al gioco e a un pizzico di follia. Un titolo integrante e pieno di significato, “Il Gioco, l’Amore e la Follia” appunto,per far vedere al mondo come la città si sia rialzata grazie all’amore e alle attenzioni ricevuti in occasione delle maree eccezionali verificatesi lo scorso novembre.
150 eventi, 50 iniziative per i più piccoli, altrettante rassegne culturali con la partecipazione di oltre 300 artisti.
Festa veneziana sull’acqua – parte prima – Rio di Cannaregio
Show sul Rio di Cannaregio con la regia di Alessandro Martello, che aprirà le folli danze amorose con due rappresentazioni alle 19 e alle 21
Domenica 9 febbraio
Festa veneziana sull’acqua – dalle 10.30, Rio di Cannaregio
Il corteo acqueo in maschera che inaugura il Carnevale: partenza da Punta della Dogana e arrivo al Rio di Cannaregio, dove si apriranno gli stand eno-gastronomici della cucina veneziana.
Sabato 15 febbraio
Corteo e festa delle Marie – dalle 14.30 alle 16.00, via Garibaldi
La festa delle Marie parte da San Piero di Castello alle 14.30, in uno scenografico corteo, e arriverà sul palco di Piazza San Marco attorno alle 16.00, dove si celebra l’omaggio che il Doge portava annualmente a dodici bellissime e umili fanciulle veneziane.
Official Carnival Dinner & Ball 2020 – dalle 21.00 alle 2.00, Ca’ Vendramin Calergi
Suoni, luci, sapori e performance artistiche sono gli ingredienti del Dinner Show ufficiale del Carnevale di Venezia 2020 nel maestoso palazzo Ca’ Vendramin Calergi. Un raffinato ed esclusivo gala, intrattenimento, spettacoli e dj-set finale. Chi è amante del gioco potrà concludere la serata tentando la fortuna nel Salotto dei Giochi Classici. Le cene avranno inizio alle ore 21.00
Il Volo dell’Angelo – dalle 12.00 alle 13.00 – Piazza San Marco
L’emozionante Volo dell’Angelo del Carnevale apre ufficialmente i festeggiamenti del Carnevale in Piazza San Marco: la Maria vincitrice del Carnevale 2019 volerà dalla cima del Campanile fino all’abbraccio del Doge sul palco in Piazza.
20, 21, 22 e 23 febbraio
Il Concorso della maschera più bella: qualificazioni – dalle 11.00 alle 13.00 – Piazza San Marco
Sfilate in passerella, sfidandosi a colpi di costumi, maschere e parrucche nel doppio appuntamento giornaliero. Anche quest’anno sarà il pubblico a decidere i vincitori giornalieri e decreterà le maschere più belle delle sfilate. La partecipazione è gratuita.
20, 21, 22, 23 febbraio
Carnevale di Burano – dalle 15.00 alle 22.00 – Burano
Intrattenimento musicale con Dj, sfilate e intrattenimento per i bambini, concerti, sfilate di gruppi mascherati e carri allegorici. Tutti i giorni saranno offerti dolci tipici e frittelle.
Domenica 23 febbraio
Il Volo dell’Asino – dalle 11.30 alle 13.00 – Piazza Ferretto, Mestre
Il Volo dell’Asino, divertente versione dell’evento gemello che si svolge a Venezia , il volo dell’Aquila: con una lunga maratona di show, giochi, esibizione in Piazza Ferretto, cuore della kermesse.
Domenica 23 febbraio
Il Volo dell’Aquila – dalle 12.00 alle 13.00 – Piazza San Marco
L’immancabile tradizione: un personaggio famoso ma segreto volerà dalla cima del Campanile alla Piazza. L’iniziativa sarà preceduta da parate in costume e balli storici.
Il Concorso della Maschera più bella: finale
Dalle 14.30 alle 17.30 – Piazza San Marco
Salgono sul palco di Piazza San Marco i finalisti di tutte le manches dei giorni precedenti. Una giuria selezionata decreterà la maschera più bella del Carnevale di Venezia 2020.
Lunedì 24 febbraio
Il Concorso della Maschera più bella: edizione bambini – dalle 11.00 alle 13.00 – Piazza San Marco
La sfilata dedicata ai bambini: come i grandi, anche i piccini sfileranno in passerella per il concorso della Maschera più bella.
Martedì 25 febbraio
Premiazione della Maria del Carnevale 2020 – dalle 16.00 – Piazza San Marco
La premiazione con l’incoronazione della “Maria” vincitrice giunge in Piazza al termine del corteo acqueo in partenza da San Giacomo dell’Orio. Alle 16.30, l’incoronazione da parte del Doge della damigella più dolce e aggraziata.
Lo “Svolo del Leon” – dalle 17.00 alle 18.00 – Piazza San Marco
Il simbolo di Venezia, il Leone alato, salirà sul Campanile dipinto su di un grande telo scenografico per volare sopra il pubblico presente in piazza. Un rituale di grande suggestione a suggellare il congedo del Carnevale, un arrivederci al Carnevale di Venezia 2021.