BIENNALE DI VENEZIA 17. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA
How will we live together?
Programmata come da tradizione a fine maggio, in seguito all’emergenza Coronavirus, la Biennale di Venezia ha comunicato le nuove date della 17 Mostra Internazionale di Architettura 2020.
Quest’anno la Mostra sarà aperta al pubblico da sabato 29 agosto a domenica 29 novembre, con pre apertura nei giorni di giovedì 27 e venerdì 28 agosto.
TITOLO: How will we live together?
CURATORE: Hashim Sarkis
PRESIDENTE: Roberto Cicutto
114 i partecipanti in concorso provenienti da 46 paesi, con una rappresentanza crescente da Africa, America Latina e Asia.
65 le Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia
3 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Grenada, Iraq e Uzbekistan.
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Direzione Generale Creatività contemporanea, sarà a cura di Alessandro Melis.
Oltre ai partecipanti invitati, la Biennale Architettura 2020 comprende Stations + Cohabitats, ricerche fuori concorso sui temi della Mostra sviluppate da ricercatori di università di tutto il mondo.
Organizzata in cinque scale tra Arsenale e Padiglione Centrale ai Giardini, la Mostra presenta anche grandi installazioni collegate a ognuna delle cinque scale che si disporranno negli spazi esterni dell’Arsenale e dei Giardini.
Cinque architetti e un fotografo di architettura sono infine gli autori del progetto dedicato al gioco a Forte Marghera, che si chiamerà: “How will we play together?“
Quello della Biennale Architettura sta diventando, con il passare degli anni, uno degli appuntamenti più attesi del fitto calendario di eventi cittadino, con un richiamo internazionale di notevole importanza.
Una domanda si fa sempre più centrale:
Quali vantaggi sociali possono derivare dalla presenza dell’Architettura?
Secondo il presidente uscente della Biennale, Paolo Baratta:
“L’architettura ci fa individui più consapevoli, ci aiuta a essere non solo consumatori, ma cittadini, ci stimola a considerare gli effetti indiretti delle nostre azioni, ci aiuta a comprendere meglio l’importanza dei beni pubblici e dei beni gratuiti. Ci aiuta a sviluppare una visione del welfare più completa.”
E’ per questo che mi vorrei soffermare sul titolo della Mostra di quest’anno, titolo che trovo forte e più che mai di attualità: How will we live together?

Interessanti a proposito le parole del curatore, l’architetto libanese Hashim Sarkis, che riporto qui di seguito:
“Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale. In un contesto caratterizzato da divergenze politiche sempre più ampie e da disuguaglianze economiche sempre maggiori, chiediamo agli architetti di immaginare degli spazi nei quali vivere generosamente insieme:
- insieme come esseri umani che, malgrado il crescente individualismo, desiderano connettersi tra loro e con le altre specie nello spazio digitale e in quello reale;
- insieme come nuove famiglie in cerca di spazi abitativi più diversificati e dignitosi;
- insieme come comunità emergenti che esigono equità, inclusione e identità spaziale;
- insieme oltrepassando i confini politici per immaginare nuove geografie associative;
- insieme come pianeta intento ad affrontare delle crisi che richiedono un’azione globale affinché si possa continuare a vivere.
Il tema della Biennale Architettura 2020 è il suo stesso titolo. Il titolo è una domanda. La domanda è aperta:
How: parla di approcci pratici e soluzioni concrete, evidenziando il primato della risoluzione dei problemi nel pensiero architettonico.
Will: segnala lo sguardo verso il futuro, ma ricerca anche visione e determinazione, attingendo al potere dell’immaginario architettonico.
We: sta per la prima persona plurale, è quindi un termine inclusivo (di altri popoli, di altre specie) e richiama una comprensione più empatica dell’architettura.
Live: significa non solo esistere ma anche prosperare, fiorire, abitare ed esprimere la vita, attingendo dall’ottimismo intrinseco dell’architettura.
Together: implica azioni collettive, beni comuni, valori universali, evidenziando come l’architettura sia una forma collettiva ma anche una forma di espressione.
?: Indica una domanda aperta, non retorica, che cerca (molte) risposte, celebra la pluralità di valori attraverso l’architettura e nell’architettura stessa.
La domanda “How will we live together?” è allo stesso tempo antica e urgente. È una domanda tanto sociale e politica quanto spaziale. Aristotele, quando si pose questa domanda per definire la politica, propose il modello di città. Ogni generazione se la pone rispondendo in modo diverso. Recentemente le norme sociali in rapida evoluzione, la crescente polarizzazione politica, i cambiamenti climatici e le grandi disuguaglianze globali ci fanno porre questa domanda in maniera più urgente e su piani diversi rispetto al passato. Parallelamente, la debolezza dei modelli politici proposti oggi ci costringe a mettere lo spazio al primo posto e, forse come Aristotele, a guardare al modo in cui l’architettura dà forma all’abitazione come potenziale modello di come potremmo vivere insieme. “
Sempre secondo Sarkis, si va quindi verso un rinnovato impegno attivo per l’architettura:
“La Biennale Architettura 2020 è motivata dai nuovi problemi che il mondo pone all’architettura, ma si ispira anche all’attivismo emergente di giovani architetti e alle revisioni radicali proposte dalla pratica dell’architettura per affrontare queste sfide.
Gli architetti sono coloro che chiamano a raccolta i diretti interessati. Questo è inerente al lavoro che fanno gli architetti. Gli architetti riassumono i diversi settori, coordinano le diverse professioni e li rappresentano al cliente. Sono i custodi del contratto. Ma oltre a questo, l’architettura suggerisce possibili organizzazioni sociali attraverso il modo in cui dispone, isola e collega gli spazi. L’architettura modella anche i monumenti, i ricordi e le espressioni di società e gruppi, creando un linguaggio comune attraverso il quale discutere e comunicare esperienze e culture.
Gli architetti oggi stanno ripensando gli strumenti a loro disposizione per affrontare i problemi complessi in questione. Stanno anche estendendo il tavolo ad altri professionisti e ai cittadini. Per assumere concretamente le responsabilità che gli vengono presentate, gli architetti stanno dilatando uno dei loro ruoli più importanti, quello di chiamare a raccolta altre forme di competenza ed espressione.
Ma più che mai, gli architetti sono chiamati a proporre alternative. Come cittadini, impegniamo le nostre capacità di sintesi per riunire le persone attorno alla risoluzione di problemi complessi. Come artisti, sfidiamo l’immobilismo che deriva dall’insicurezza di chiedere “Cosa succederebbe se?”. E infine come costruttori, attingiamo dal profondo del nostro inesauribile ottimismo.
La convergenza di ruoli in questi tempi nebulosi non può che rendere più forte la nostra missione e, speriamo, più bella la nostra architettura. “
Come accennato precedentemente, la Biennale Architettura 2020 è organizzata in cinque scale, tre in Arsenale e due al Padiglione Centrale. I progetti spaziano dall’analitico al concettuale, dallo sperimentale al collaudato e all’ampiamente diffuso.
Scala 1: Among Diverse Beings (Arsenale)
Progettare per Nuovi Corpi: affrontare i cambiamenti nella percezione e concezione del corpo umano.
Vivere con gli Altri Esseri: mettere in primo piano l’empatia e l’impegno nei confronti di altri esseri.
Scala 2: As New Households (Arsenale)
Servire nuove realtà demografiche: rispondere ai cambiamenti della composizione delle famiglie e alla loro densità.
Abitare la nuova tettonica: esplorare le tecnologie per costruire alloggi innovativi.
Vivere Indipendentemente Insieme: espandere le potenzialità del condominio come una tipologia abitativa collettiva.
Scala 3: As Emerging Communities (Arsenale)
Impegnarsi in varie forme di senso civico: studiare nuovi modi in cui le comunità si possono organizzare nello spazio.
Riequipaggiare la società: proporre nuove forme di attrezzatura sociale (parchi, scuole, ospedali…).
Riunirsi a Venezia: immaginare il futuro della città.
Coabitare: mostrare come viviamo insieme… ad Addis Abeba, nel campo per rifugiati di Al Azraq a Beirut, a Hong Kong, nei corridoi India-Pakistan, nell’insediamento abusivo di Lagos, a New York, a Pristina e nella zona di Rio-San Paolo.
Scala 4: Across Borders (Giardini, Padiglione Centrale)
Superare il divario urbano-rurale: mitigare le crescenti differenze sociali ed economiche tra le città globali e le aree interne.
Collegare il Levante: negoziare le forti divisioni politiche nella regione del Levante.
Colmare le infrastrutture: capire come la progettazione infrastrutturale possa fornire nuove connessioni trans-regionali.
Proteggere i beni comuni globali: portare l’immaginario architettonico verso tesori in via di estinzione come i Poli, l’Amazzonia, gli oceani, la regione indo-pacifica e l’aria.
Scala 5: As One Planet (Giardini, Padiglione Centrale)
Fare mondi: anticipare e calibrare il futuro del pianeta.
Unire le Nazioni: celebrare il 75. anniversario delle Nazioni Unite, rivedendone e ampliandone lo scopo spaziale.
Cambiare i progetti per il cambiamento climatico: presentare soluzioni per far fronte al riscaldamento globale.
Spazio della rete: collegamenti tra la Terra e lo spazio.
LA BIENNALE E’ ANCHE…
WEEKENDS ON ARCHITECTURE
I Weekends on Architecture integrano il programma della 17. Mostra attraverso una serie di conferenze e incontri con architetti, studiosi e professionisti di tutto il mondo che cercheranno di rispondere alla domanda How will we live together?.
Tra ottobre e novembre 2020 saranno organizzati tre weekend per sei appuntamenti, in ogni incontro si discuterà di due argomenti ispirati alle questioni ricorrenti nei progetti dei partecipanti:
– le nuove sfide che il cambiamento climatico pone all’architettura;
– il ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane;
– le nuove tecniche di ricostruzione;
– le forme mutevoli dell’edilizia collettiva in tutto il mondo;
– l’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto;
– il rapporto tra curatela e architettura.
BIENNALE SESSIONS
Progetto dedicato alle Università, alle Accademie e agli Istituti di Formazione Superiore. L’obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente e assistenza all’organizzazione del viaggio e soggiorno.
EDUCATIONAL
Anche per il 2020 è prevista un’ampia offerta che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti e sono condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio.
OFFERTA EDITORIALE
Il catalogo ufficiale, dal titolo How will we live together?, è composto di due volumi.
Il Volume I, a cura di Hashim Sarkis, è dedicato alla Mostra Internazionale.
Il Volume II è dedicato alle Partecipazioni Nazionali e agli Eventi Collaterali.
La Guida della Mostra è studiata editorialmente per accompagnare il visitatore lungo il percorso espositivo.
La proposta editoriale è arricchita da due volumi in lingua inglese, dal titolo Cohabitats ed Expansions, che riflettono sui temi sviluppati dalla Mostra.
WEB & SOCIAL
Sito web ufficiale della Biennale Architettura 2020 – www.labiennale.org
Hashtag – #BiennaleArchitettura2020 #HowWillWeLiveTogether
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Instagram – labiennale
Youtube – BiennaleChannel