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VISITARE VENEZIA CON GIOVANNA, GUIDA TURISTICA ACCREDITATA

Visitare Venezia con una guida turistica (ben inteso accreditata) credo sia uno dei più bei regali che tu possa farti. 

Perché? Perché una guida è in grado di trasmetterti l’incanto di questa città, illustrarti i suoi ritmi calmi e lenti, i suoi colori che cambiano con il tempo e con l’umore. Ti aiuta a instaurare un dialogo più personale e intimo con essa.


E’ per questo che oggi ti presento Giovanna, che può essere il tuo punto di riferimento o di partenza se decidi di trascorrere qualche giorno in città. 

Giovanna Di Cataldo


Ti racconto un po’ di lei: innanzitutto preparati perché Giovanna è energia allo stato puro. Dopo averla conosciuta, sono sicura che ti porterai dietro il suo sorriso tra le più belle immagini di Venezia.

Mi sono fatta questa idea sin dal nostro primo incontro. Ero a Venezia da pochi mesi e stavo visitando una mostra allestita a Punta della Dogana e lei era la guida. Ricordo che al di là delle sue calze allegre e colorate mi aveva colpito il suo modo diretto, schietto e spontaneo di entrare in contatto con le persone e ho subito pensato che la comunicazione in generale fosse il mestiere adatto a lei. Le nostre strade si sono ben presto incrociate al Palazzetto Bru Zane ed è stato bello ritrovarla a distanza di tempo, qualche giorno fa, per questa breve intervista. 

Una chiacchierata su Venezia, sul lockdown vissuto e le riflessioni e i piccoli cambiamenti che sono scaturiti da questa lunga pausa, ma anche la consapevolezza di aver ritrovato una fresca energia per affrontare nuovi progetti.  


Giovanna è una veneziana doc, ma a 19 anni ha il coraggio di lasciare Venezia perché ha bisogno di esplorare il mondo e di diventare grande. Destinazione Inghilterra, dove studia comunicazione e design. Lavora e si afferma come illustratrice. Ma Venezia resta nel suo cuore e in un angolo della sua testa. Sa che proviene da una città meravigliosa con una un’atmosfera impossibile da trovare altrove. Infatti lei stessa sostiene:

la dimensione di Venezia è quella del piccolo villaggio, dove pur essendoci una vitalità artistica e culturale, una storia millenaria, è una città piccola per i canoni di oggi; si va in giro a piedi e questo ti porta ad avere un contatto con le persone che altre città non offrono. E rinunciare a questo aspetto, per me che sono cresciuta salutando tutti in strada e dando del tu a chiunque, è praticamente impossibile.

L’esperienza inglese volge al termine e decide di fare ritorno a casa; incontra colui che diventerà suo marito, crea una famiglia, nascono due bei bimbi. Con la caparbietà che la contraddistingue decide di riprendere gli studi anche in Italia e si laurea in lettere con indirizzo editoria e giornalismo. Conciliare però la famiglia e il lavoro di pendolare a Padova è difficile e in un momento di sconforto risuona profetica una domanda di suo padre: “ma perché non trovi un lavoro qui in città?” e quasi a guidare il suo cammino, le regala un libro sulla storia di Venezia. Una rivelazione! Avendo già un’ottima dimestichezza con le lingue straniere si mette a studiare e a leggere, e la storia di Venezia l’appassiona sempre di più, tanto da iniziare a uscire di casa non solo per incontrare le persone, ma per osservare i muri, gli affreschi, i bassorilievi. E’ così che inizia la sua avventura come guida prima nei Musei Civici fino ad ottenere 3 anni fa il patentino ufficiale di guida turistica.

Com’è stato ritornare a Venezia?

L’aver vissuto anni all’estero, l’aver visto altre realtà, ti porta a vedere la tua città con occhi freschi. Tornando a casa ho però subito capito che Venezia è una città che non sfrutta a pieno il suo potenziale e che in qualche modo resta incastrata in bicchieri d’acqua. L’ho vissuto sulla mia pelle soprattutto in ambito lavorativo. A volte ho avuto come l’impressione che questo stare seduti su ciò che già esiste sia una sorta di inerzia che alla lunga logora un po’ la realtà.

In qualità di guida turistica che Venezia ami proporre ai tuoi visitatori? 

Premetto che lavoro con piccoli gruppi; non disdegno numeri più grandi, ma ho la fortuna di entrare subito in contatto con la gente e con un ristretto numero di persone riesco ad aggiustare le tempistiche, gli argomenti, visto che le cose da dire possono essere tante anche se uno ha in programma “solo” Palazzo Ducale e la Basilica, come spesso accade. Cerco sempre di dare degli input per vedere anche altre cose della città, che poi sono quelle che la gente si porta nel cuore. E’ un altro modo di visitare la città, non bisogna aver paura di perdersi, ci si perde e ci si ritrova. L’anno scorso ho avuto la fortuna di essere contatta dall’agenzia Through Eternity Tours che lavora a Roma da tanti anni e che ora è approdata anche a Venezia. Per loro svolgo dei tour full day. Di cosa si tratta? Grazie ai full day hai modo di vedere tantissime cose, di esplorare luoghi che altrimenti non avresti modo di visitare. E vedo che questo è incredibilmente appagante come visita. Un’altra cosa che mi piace tanto è lavorare con i bambini in quanto ti permettono di vedere le cose da un’altra prospettiva, ed è rigenerante. 

Venezia, perché? 

Pur vivendoci e studiandola scopri ogni giorno qualcosa di nuovo. E’ una città che per ragioni strutturali ha dovuto mantenere la sua fisionomia per secoli, perché ovviamente non può espandersi; è interessante notare il dialogo che si è dovuto instaurare tra uomo e natura che ha fatto sì che la città si preservasse. Il fatto di avere così tanto che si sia preservato, fa sì che ci sia così tanto da ricercare. E’ come una continua caccia al tesoro, con piccoli indizi qua e là. Ovviamente se la si visita solo per un paio di giorni si ha solo un assaggio, ma più ci stai più entri nel gioco.

Perché un turista dovrebbe scegliere Venezia e decidere di trascorrervi più giorni? 

Venezia è diversa da tutto il resto del mondo. C’è differenza tra visitare e vivere. Venezia è una città che va vissuta. Anche se una persona sta qui 2 giorni ma ha una guida che l’accompagna per la durata del soggiorno, dovrebbe chiedere a questa guida di passare mezz’ora, un’ora in silenzio. I rumori di questa città (e questo lo si legge anche nei diari di viaggio dei viaggiatori del 1200, 1300, 1500), dall’acqua agli uccelli, ai passi delle persone, le chiacchiere, tutto ciò che riecheggia, ti proietta in una dimensione unica, e tutto ciò va assaporato e sono sicura che te lo porti via, ti resta.

Quando pensi a Venezia quale immagine ti viene in mente? 

A me piacciono tantissimo i mattoni e a Venezia fino al 700 le strade erano pavimentate, con mattoni a spina di pesce. A causa dell’acqua e dell’umidità sono stati sostituiti dai masegni, però alcuni luoghi hanno mantenuto questa pavimentazione con questi colori così caldi. Penso al campo dell’Abbazia, vicino alla Scuola Grande della Misericordia. In questo periodo ci sono andata spesso, con i miei libri e le mie guide e ho scoperto tantissime cose. Tra l’altro in questo periodo di lock down ho avuto modo di seguire anche dei corsi online, organizzati da  Itinerarte. E mi hanno rivelato mondi nascosti proprio a due passi da casa mia!

C’è un libro che consiglieresti su Venezia?

Proprio sulla scia di Itinerarte, e della prof.ssa Paola Placentino, ho iniziato a leggere The Architectural History of Venice, di Deborah Howard e devo dire che mi sta appassionando tantissimo. Parla di simbologia politica dietro alle scelte estetiche, ma rivela anche come opere mastodontiche come la Basilica della Salute sopravvivano ancora su un terreno molle e fangoso come quello Veneziano.

Un tour che consiglieresti ? 

Il sestiere di Castello merita di essere conosciuto meglio, anche perché è rimasto genuino, con più residenti. D’obbligo pranzare, o almeno cicchettare, alla Salvmeria da Bruno.
Per quanto riguarda le isole andrei a Torcello, dove tra le altre cose si mangia benissimo! Ovviamente bisogna visitare la Basilica di Santa Maria Assunta e salire sul Campanile dal quale si può ammirare un panorama mozzafiato.  


Anche la laguna sud merita di essere esplorata, penso ad esempio all’isola del
Lazzaretto, all’isola di San Servolo (consiglio la visita al Museo del manicomio o una passeggiata nel grande parco presente sull’isola).
Adoro l’isola di San Giorgio Maggiore, è una chicca! Le stanze del Vetro ad esempio sono una realtà d’eccellenza; vi si organizzano mostre intelligenti, spesso gratuite. C’è anche la Fondazione Cini con il suo refettorio Palladiano: uno dei posti più belli che abbia mai visto ma purtroppo oggi, e permettimi una vena polemica, ci si entra solo con l’audio guida. Per me questo non è etico e spero ci sia molto presto una riflessione e una riorganizzazione su questo argomento. 

Isola di San Giorgio Maggiore vista dal Campanile di San Marco

Che consiglio daresti per chi si appresta a visitare Venezia?

Credo sia importante un minimo di preparazione sulla città e sul suo funzionamento: sapere ad esempio che le macchine non si possono usare, meglio dotarsi di scarpe comode, che ci sono tanti ponti e magari pensare di visitarla con una guida.

Allora, perché non approfittarne?
Ecco come puoi contattare Giovanna e sapere più su di lei, sul suo lavoro e sui tour che propone per adulti e bambini.

Sito: giovannadicataldo.com
E-mail: giovannadicataldo7@gmail.com
Facebook: Giovanna – Sherazade a Venezia
Ti consiglio di seguire la sua pagina che è costantemente aggiornata e che propone un bel calendario di visite e appuntamenti per scoprire Venezia.

 “Last but not least”, Giovanna affitta anche un piccolo appartamento a pochi passi da San Marco, ideale per 2/3 persone, un’ottima soluzione per chi vuole godersi Venezia in tutta tranquillità.

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LESSICO VENEZIANO

Lessico veneziano – parte prima: bacari, cicheti & Co.

Visitare e soggiornare a Venezia porta a familiarizzare e a prendere dimestichezza con un certo lessico e con alcuni vocaboli (di toponomastica e non) che sono propri alla città e che non ritroviamo altrove. 

Me ne rendo conto soprattutto al momento del check-in con i nostri ospiti. 

Io, non veneziana, mi sono appropriata di certe parole o espressioni che oggi uso naturalmente, ma che non sono così scontate per chi mi ascolta.

Ecco qui una rapida carrellata delle parole più utilizzate e che sono sicura sentirai e utilizzerai durante la tua permanenza… mi raccomando prendi nota!

Sarà forse l’ora in cui sto scrivendo questo post, o la primavera che avanza, ma mi viene spontaneo iniziare dal linguaggio più prettamente “culinario”. 

Se ripenso al momento del check-in con i nostri ospiti, una delle prime domande che mi sento rivolgere è: 

Mi consiglieresti un posto dove mangiare qualcosa di buono, di locale e di non eccessivamente costoso ? 

Risposta: vieni qua che ci penso io! Cioè, siediti, prendi mappa e penna e apri bene le orecchie. Ti farò scoprire un mondo! 

Ed è così che inizio a sciorinare un po’ di termini. 

BACARO: Per me i bàcari sono i posti più belli della città ! Il nome “bàcaro” deriva da Bacco, dio del vino. E’ un tipo di osteria a carattere popolare, dove si trova una vasta scelta di vini in calice e piccoli spuntini.

Il locale è spesso di piccole dimensioni, con pochi posti a sedere. Un lungo bancone vetrinato la fa da padrone, in cui sono esposti i prodotti da degustare. 

Luce soffusa, musica in sottofondo, arredamento semplice, con mobili in legno (quindi con colore prevalentemente marrone); può sembrare un po’ “old style” rispetto ai bar moderni a cui si è abituati, ma si tratta semplicemente dello stile veneziano. 

L’atmosfera è indescrivibile. Alla fine sono le persone che frequentano certi locali che fanno il locale! Ci si ritrova per un aperitivo, che poi diventano due, tre … insomma, si può semplicemente sostare per un saluto e un brindisi o lasciarsi prendere la mano e fare serata. 

E’ bellissimo durante le sere primaverili o estive sorseggiare qualcosa al di fuori del locale e chiacchierare con chi sta intorno, che lo si conosca o no. D’altronde a Venezia si sa, tutto nasce lungo la strada, dagli incontri e dalle improvvisazioni. 

Il tempo si ferma; esiste solo Venezia. 

I Bacari che consiglio di solito? Dipende ovviamente dalla zona in cui ci si trova.

In zona Rialto mi piace dirigermi sul campo dell’Erbaria (vicino al mercato del pesce, per intenderci) con una sosta in particolare “All’Arco” (dove si sta rigorosamente in piedi) o alla Cantina do Spade (ottimo anche per una cena).

Altrimenti, dopo aver attraversato il Ponte di Rialto e aver preso la direzione della Salizada San Lio, puoi provare l’Osteria Al Portego: pochi posti all’interno, ma si può stare comodamente fuori … sotto il portico. 

Un altro posto magico è rappresentato dalla Fondamenta della Misericordia: il punto di ritrovo e di festa dei veneziani. E’ un’esperienza da vivere assolutamente. 

Lungo la fondamenta si trovano tanti locali, alcuni propongono anche musica dal vivo. 

Top: Al Timon (ottima anche la carne se si vuole cenare) e Vino Vero dove troverai una fantastica selezione di vini, ma lasciati consigliare dai titolari e non te ne pentirai.

Se invece sei in zona Biennale, anche sulla via Garibaldi troverai un’ampia scelta di bacari. Colpo di fulmine per la Salvmeria dove Bruno e Giorgio, con garbo e simpatia, sapranno sicuramente accontentare il palato più esigente.


Non posso non citare l’Osteria da Filo, a pochi passi dal bellissimo campo San Giacomo dell’Orio. E’ stato forse il primo bacaro che ho conosciuto a Venezia. Ricordo che l’arredamento mi aveva subito colpito, un po’ vintage, un po’ bohémien, addirittura con uno spazio lettura con tanto di divanetti, sempre pieno di ragazzi, e soprattutto tanta musica dal vivo! 

ANDARE PER BACARI: passare da un bàcaro all’altro … quasi come se non ci fosse un domani. Scherzo, ma quando la compagnia è buona e ci si ritrova in una bella serata primaverile o estiva, non si contano più le ore e succede spesso che si cambi locale, per raggiungere altri amici o semplicemente per la voglia di cambiare posto o quartiere. 

Il bàcaro tour (l’andar per bacari) è ora addirittura una delle attività proposte da molte guide turistiche e che tanti visitatori chiedono non solo per gustare e conoscere le specialità locali ma anche per scoprire le bellezze della città attraverso i diversi sestieri. 

Può essere una valida alternativa per scoprire la città, non trovi? Soprattutto se sei in compagnia di una guida accreditata o di una persona del posto.

CICHETI: assaggi di pietanze tipiche. 

Per facilitare la comprensione di questa parola con i nostri ospiti li definisco “piccole tapas veneziane”. 

Il loro termine deriva dal latino ciccus, che letteralmente significa “piccola quantità”. 

Si tratta di un piccolo assaggio di pesce, di carne o salume spesso appoggiati su una fetta di pane o accompagnati da una fettina di polenta. 

I prezzi di ogni cichèto variano dai 2€ ai 3€. Si accompagnano divinamente a un bicchiere di spritz, di vino o prosecco. 

I miei preferiti? Le polpette di tonno, le sarde in saor, le uova sode con l’acciuga e i crostini di pane con il baccalà mantecato

Davide invece adora i bovoeti e la milza, soprattutto quella preparata all’Osteria Ruga di Jaffa, a pochi passi da Campo Santa Maria Formosa. 

Sono posizionati in quel lungo bancone vetrinato di cui parlavo prima: un vero tripudio di colori e sapori. Non c’è che l’imbarazzo della scelta! 

Ora si parla di “finger food” … ma noi preferiamo chiamarli con il loro nome di sempre, Cicheti! 

Uova sode con olive e acciughe

OMBRA DE VIN: se ben ricordo (a furia di tutti questi aperitivi non so più cosa scrivo) la leggenda narra che in passato il vino venisse servito in piazza San Marco da venditori ambulanti. Questi erano soliti seguire l’ombra del Campanile affinché il vino rimanesse fresco. Da qui l’uso di chiamare il bicchiere di vino “ombra”. 

Potete quindi chiedere un’ombra o un’ombra de vin e vi verrà servito un piccolissimo calice di vino. 

Se prima vi ho citato l’espressione “andar per bacari”, potete sentire anche “andar per ombre”.

SPRITZ: ormai questa parola ha varcato i confini nazionali. 

E’ l’aperitivo che contraddistingue Venezia. 

Un’altra domanda che i miei ospiti mi rivolgono infatti è: “Dove posso bere un buon spritz”? 

Questo aperitivo pensate nasce nella zona del Triveneto nell’800, ai tempi della dominazione asburgica. Comandanti, gendarmi e soldati austro-ungarici erano poco abituati alle alte gradazioni alcoliche dei vini veneti, perciò per ammorbidire il loro sapore li allungavano con l’acqua, più precisamente “spruzzavano” acqua nei loro bicchieri. Il termine “spritz“, infatti, deriva dal termine tedesco “spritzen“, che vuol dire “spruzzare”.

È con l’arrivo del seltz, e quindi di un modo per gassare anche l’acqua, che ci si avvicina all’attuale miscela, che prevede, oltre ad una spruzzata di acqua gassata, vino bianco o prosecco ed un bitter alcolico a scelta. 

AperolCampariSelect o Cynar sono quelli più utilizzati e, proprio questi, conferiscono alla bevanda le inconfondibili sfumature arancio-rossastre, immancabilmente accompagnata da fetta d’arancia ed oliva verde. 

E mi raccomando: diffida di chi non ti propone l’oliva!!! (E un po’ di patatine, aggiungerei). 

Tutti i bar e i bacari preparano lo spritz. Lo puoi chiedere con del prosecco o con del vino bianco fermo.

Dopo una giornata trascorsa a passeggiare e a visitare la città, può essere piacevole sorseggiare un bicchiere di spritz alla Serra dei Giardini (uno dei miei luoghi preferiti in città) nei pressi di via Garibaldi o se vuoi concederti un piccolo lusso, senza strafare, puoi accomodarti al bar del caffè Florian in Piazza San Marco (il bancone del bar si trova tutto in fondo al locale). Ovviamente pagherai più che in un altro bar ma sarai in uno dei caffè più famosi e antichi al mondo! 

Consiglio: lo spritz è fresco e si beve facilmente soprattutto d’estate. E’ vero che a Venezia non si guida, ma non strafare e bevi in maniera responsabile! Già al secondo giro ti assicuro che gli effetti si fanno sentire.  

Detto questo: alla salute! 

Un bicchiere di prosecco alla Salvmeria

Libri, Soggiornare a Venezia

UN’IMMERSIONE A 360°

Hai mai visto un video panoramico a 360°?  Cosa ti sembra?

I video a 360° sono sicuramente una delle innovazioni più interessanti degli ultimi anni. 

Si tratta di video che riprendono la realtà e la trasportano tridimensionalmente o in frame in movimento che fanno “entrare” lo spettatore all’interno di ciò che sta guardando. 


Si avrà così la possibilità di scorrere in alto e in basso, a destra e a sinistra il video e immergersi totalmente in ciò che si sta guardando. 

La creatività è il punto di forza di questi filmati: i creatori possono sbizzarrirsi sui punti di inquadratura al fine di rendere il video sempre più accattivante ma soprattutto possono cercare i punti di maggiore interazione per far vivere allo spettatore un’esperienza di realtà virtuale.

Anche il nostro bed-and-breakfast vanta il suo primo video a 360, grazie alla giovane fotografa e video maker, Francesca Saccani e alla sua 360 Revolution

Occhi grandi e profondi e un garbo che è raro incontrare e che ti conquista immediatamente, ma allo stesso tempo piglio sicuro e professionalità: questi sono indubbiamente gli aspetti che più mi hanno colpito di Francesca. 

L’incontro con Francesca è sicuramente uno dei più interessanti di questa nostra esperienza veneziana. 

Francesca è una fotografa e illustratrice veneziana; ci ha contattato via email un giorno di marzo, dopo aver scovato il nostro bed-and-breakfast su Facebook per proporci di creare un video a 360° della struttura. 


Inizialmente credevamo si trattasse di una delle tante richieste che vengono effettuate per poter trascorrere una notte gratuita nella struttura, ma poi la sua proposta ci ha incuriosito e così abbiamo fissato un incontro conoscitivo, durante il quale ci ha illustrato il suo lavoro, ci ha spiegato cos’è un video a 360° e l’idea che voleva realizzare con il nostro bed-and-breakfast: 


non solo girare un video per mostrare l’interno della struttura ma chiedeva l’intervento in prima persona di uno di noi che ne illustrasse le caratteristiche e ne raccontasse la storia, l’anima. 

La sfida è stata subito accettata; tanta apprensione ma poi la voglia di mettersi in gioco è finalmente prevalsa. 


Il risultato? Questo simpatico video di 5 minuti e il ricco incontro con una ragazza dai mille talenti e alla quale auguriamo tanta fortuna nella sua attività! 

Vuoi sapere qualcosa in più su di lei e sul suo lavoro ? Ti lascio alle sue parole e alla bella chiacchierata che abbiamo avuto a video ultimato. Una chiacchierata a 360° sul suo percorso, la sua Venezia, i suoi progetti …

Buona lettura e buona visione!

D: Ciao Francesca, puoi presentarti? 

R: Sono Francesca Saccani, sono di Mestre, ho studiato presso il Liceo Artistico di Venezia e l’Accademia di Belle Arti, dove ho cominciato a studiare fotografia e ho conseguito il Master di Fotografia allo IED– Istituto Europeo di Design.

D: Com’è nata la passione per la foto? 

R: Un po’ è partita da mio padre che aveva una Pentax, ho avuto modo di provare, vedere, giocarci un po’. Quando poi mi sono interessata al disegno, alla prospettiva e a una serie di cose che comunque sono collegate al mondo della fotografia, mi sono avvicinata di più a questo mezzo, fino a quando mi sono presa una mia Reflex e dal disegno sono passata alla fotografia e ne ho fatto il mio lavoro (anche se continuo a disegnare).

D: E al video come ci sei arrivata?

R: E’ un altro gradino, ulteriore, sempre collegato ad un interesse per la prospettiva. Quando disegni cerchi sempre di andare oltre al fatto di avere un’immagine bidimensionale. 

Prima mi sono dedicata alla fotografia 3d, quindi con 2 punti di vista per dare un’idea di profondità e successivamente mentre fai fotografia, capita di fare video, montaggi di foto, sono 2 linguaggi che in un certo senso si compenetrano e sempre nella direzione del 3d (anche se il 360 non è 3d) però mi sono interessata alla fotografia 360 e poi ai video. 

Quindi ci sono arrivata per esplorare nuovi mezzi, quello che la tecnologia ti può dare in più rispetto a quello che era scontato fino a qualche anno fa (e che era impossibile fare).

D: Cosa ti ha colpito di questa tecnica e cos’è secondo te l’aspetto innovativo che può fare la differenza? 

R: L’aspetto innovativo è la totale immersione in un ambiente, quindi poter rendere l’idea di essere in un posto, non essere limitati all’interno di un riquadro.

Al di là della fotografia c’è anche una parte di movimento, si può esplorare attraverso una persona che ti guida e ti parla di un posto, si può esplorare camminando, quindi facendo un percorso all’interno di uno spazio e penso sia molto utile perché puoi andare oltre una distanza fisica e quindi far vedere dei posti o che non sono accessibili, o che sono distanti o comunque dare un’esperienza diversa anche perché si possono vedere col visore della realtà virtuale, quindi volendo uno si trova immerso direttamente all’interno del video. 

E’ qualcosa di nuovo che può aprire nuove porte verso un altro modo di percepire le immagini. 

D: Che esperienza hai in questo campo? 

R: Ho già lavorato all’interno di alcuni eventi, per la Casa dei Tre Oci, o in occasione della festa del Redentore.

Il mio ultimo video l’ho girato all’interno dello spazio Thetis, in occasione dell’inaugurazione della collettiva FRIENDS che è una mostra curata da Antonietta Grandesso, responsabile culturale all’interno dello spazio Thetis. 

All’interno di questo giardino ci sono molte installazioni, con un percorso a 360° ci si può immergere all’interno di questo spazio, di questo giardino, avere piccoli dialoghi con gli artisti che possono spiegarti la loro opera o con i curatori di ogni singolo artista, quindi a livello della comunicazione per l’arte è qualcosa che rimane rispetto a una foto, che può darti l’idea di quel momento; durante un’inaugurazione si può parlare con gli artisti quindi capire maggiormente quello che loro volevano dire.

D: Come hai scoperto il nostro bed-and-breakfast e cosa ti ha spinto a volerti immergere all’interno di questa struttura?

R: Volevo proporre questo servizio ma volevo determinate caratteristiche, uno di queste è che ci fossero  persone giovani, che usassero  mezzi di comunicazione di questo genere, quindi la ricerca che ho fatto è stata su Facebook e il vostro è il 3 o 4 che esce se si cerca un bed-and-breakfast a Venezia. 

Mi sono piaciute molto le varie caratteristiche del posto, si intuisce che si tratta di un posto nuovo, con un gusto moderno, luminoso … anche  il nome mi è piaciuto, così come il logo … doveva trattarsi di un posto bello. Quando ho visto che siete 2 ragazzi ho pensato che poteva essere il posto ideale, anche la zona è bella, così come il restauro, il fatto di non aver usato una decorazione molto pesante … comunque siete tra i primi, vi muovete bene.

D: Vivi a Mestre, e che rapporto hai con Venezia?

R: Vengo spesso per lavoro; alla fine ho scoperto Venezia studiando. Prima ci venivo da bambina, ma ero sempre accompagnata. Venezia la scopri quando ti perdi e in quel momento lì capisci com’è fatta la città perché non è rettilinea e anche come tempo, non è rettilineo. E’ un posto magico da questo punto di vista.

D: C’è una zona che ti piace più delle altre? Un museo?

R: Una delle zone che preferisco è quella di Cannaregio, perché è rimasta ancora abbastanza intonsa, così come Castello. Sono rimaste un po’ più vere rispetto ad altre aree della città. 

A Cannaregio mi piace molto la Chiesa della Madonna dell’Orto che ha dei dipinti particolarmente coinvolgenti del Tintoretto e quella statua del De Santis che ha qualcosa di particolare.

Sono particolarmente legata al Museo di Storia Naturale perché mi appassiona la natura e il modo in cui viene spiegata all’interno del museo.

D: Per un visitatore a Venezia, che consigli daresti? 

R: Venezia è particolare, consiglierei di osservare gli spazi, di capire, di immergersi prima di andare subito a vedere un posto particolare. Prendersi un po’ di tempo per passeggiare, capire, senza una meta precisa. 

Un altro posto bello è la Chiesa di San Giorgio; poco distante, sull’isola della Giudecca c’è la Casa dei Tre Oci incentrata sulla fotografia. 

Anche i giardini meritano attenzione, ce ne sono tanti. Osservare semplicemente che dietro i muri dei palazzi ci sono giardini, dei parchi, permette di capire che alla fine Venezia è una città tanto verde anche se non sembra… oltre ai ben noti giardini della Biennale che sono però più recenti rispetto ad altri. 

D: Tu sei particolarmente legata all’Associazione Wigwam Club Giardini Storici Venezia, vero? 

R: Sì, l’associazione è nata su iniziativa di mia mamma (Mariagrazia Dammicco) non appena si è accorta che stava bene immersa nel verde. 

Molti giardini hanno una storia dietro, sono vivi, hanno subito dei mutamenti nel corso dei secoli, però c’è sempre traccia di quello che c’è stato. 

Capisci molto anche del palazzo, rispecchiano il proprietario, chi lo cura, ci sono tutta una serie di cose che si sentono all’interno dei giardini. Possono essere spazi verdi di un convento, di un palazzo, è interessante quindi vedere anche gli usi diversi che se ne fanno: come orto, come spazio per rilassarsi … 

D: I tuoi progetti futuri?

R: Per quanto riguarda il 360°, vorrei promuovere questi video anche perché in tanti ancora non conoscono questo mezzo. 

Vorrei inoltre riprendere un progetto avviato nel 2017 con una mia mostra fotografica. 

Si trattava di foto macro in cui venivano messe in relazione le strutture geometriche comuni in diverse forme di vita. Le foto sono state stampate su plexiglass e alcune parti retroilluminate per mettere in risalto le similitudini. 

Vedendo queste forme mi sono venute in mente i frattali che sono delle strutture che si ritrovano in natura e che si ricollegano molto spesso alla teoria del caos. In realtà è un tentativo di cercare l’ordine dove sembra che non ci sia e mettere in luce che siamo interconnessi. Non siamo così separati, così divisi … ci sono delle strutture che comunque ci uniscono anche se magari non ce ne rendiamo conto. 

Questo è appunto ciò che vorrei riprendere e portare avanti, magari con una nuova ricerca. 

D: C’è un libro su Venezia che consiglieresti? 

R: Ho realizzato le illustrazioni botaniche della Guida ai giardini di Venezia. Leggendo questa guida si possono scoprire alcuni spazi verdi e attraverso questi, alcuni aspetti della vita e della storia di Venezia.

Guida ai giardini di Venezia / A guide to the gardens of Venice (La Toletta Edizioni, 2013)

D: Venezia per immagini. Qual è la prima immagine che ti viene in mente se pensi a Venezia? 

R: E’ un affollarsi di tanti scorci, un labirinto di calli, vere da pozzo e riflessi dell’acqua. 

D: C’è una foto di Venezia che hai fatto e a cui sei legata?

R: Sicuramente le foto realizzate all’interno di Palazzo Rizzo Patarol che si affaccia sulla laguna nord: è un posto a cui sono legata ed è un posto particolare. E’ un giardino che ha in sé dei significati ancora inesplorati, è un giardino romantico, c’è una ghiacciaia all’interno della quale c’è un effetto acustico particolare. 

Per approfondire: link e consigli di visita e di lettura

360 Revolution

Wigwam Club Giardini Storici Venezia

Guida ai giardini di Venezia / A guide to the gardens of Venice (La Toletta Edizioni, 2013)

Tre Oci

Spazio Thetis 

Soggiornare a Venezia

LASCIARSI COCCOLARE: IL SENSO DELL’ACCOGLIENZA

Qualche mese fa un post di gaia_sgaialand riferito ad un delizioso bed-and-breakfast del Trentino, ha attirato la mia attenzione: 

Piccole strutture ricche di fascino e dettagli ricercati, che hanno la straordinaria capacità di farti sentire coccolata e a casa, in una dimensione più intima. Small hospitality is the new, big luxury.”

Niente di più vero! Perché non concedersi un nuovo tipo di lusso? Il lusso dato dalle piccole e costanti attenzioni che solo una piccola struttura ricettiva può dare. Attenzione è la parola chiave del nostro lavoro. Attenzione ai dettagli, alla pulizia di ogni singolo ambiente, alla comunicazione prima dell’arrivo, a soddisfare e anticipare un possibile desiderio dell’ospite. 


Accogliere e condividere vuol dire innanzitutto godere della compagnia delle persone, prendersi cura della loro felicità e soprattutto far parte della loro esperienza di viaggio. E’ un legame che inizia a instaurarsi già prima dell’arrivo di un cliente, dal momento esatto della prenotazione. 


La preparazione del viaggio, il check-in, la colazione sono momenti fondamentali che fanno crescere il rapporto tra noi e i nostri ospiti. E’ così che prendono forma nuovi legami e nuovi ricordi, che ci toccano e inconsapevolmente ci trasformano.

Ingresso del B&B Al Pozzo di Luce Venezia
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IL LATO POSITIVO DELLE COSE

Il 29 ottobre 2018 siamo stati toccati da un’eccezionale acqua alta (160 cm) come non si vedeva da anni.

Stupore, panico, addirittura paura in alcuni momenti, ma soprattutto una sensazione di impotenza.

Rassicurare gli ospiti presenti in struttura, informarli sull’andamento della situazione, restare in attesa, lasciare fare alla natura …

La parte più difficile da gestire è stata sicuramente, a posteriori, la comunicazione con chi invece sarebbe ancora dovuto arrivare a Venezia. Anche a giorni o settimane di distanza da questo evento così particolare, la domanda degli ospiti in arrivo era sempre la stessa: “Venezia è sott’acqua? E’ completamente inondata, vero? Abbiamo visto le immagini in TV e pensavamo di annullare il soggiorno … Cos’è l’acqua alta? Come funziona la marea?”

E’ da questa esperienza, in un certo senso “negativa”, che purtroppo si è ripetuta anche quest’anno, che è nata l’idea di questo blog: rispondere, nel limite del possibile, alle domande e alle curiosità di chi vuole vivere Venezia per un breve o lungo periodo, e provare a raccontare questa meravigliosa e unica città: i suoi tempi, le sue dinamiche, le sue storie …

Vogliamo mostrarvi una Venezia viva e che vive, sempre in movimento. 

Darvi così la possibilità di vivere Venezia da dentro, con l’aiuto di veneziani doc e non, perché sono i punti di vista diversi che aiutano ad avere alla fine una visione globale delle cose.

Chi la racconterà? Chi a Venezia ci è nato e non la lascerebbe per tutto l’oro del mondo, chi è stato adottato da Venezia e chi a Venezia è solo di passaggio: Venezia, d’altro canto, è stata da sempre un crocevia, un luogo di scambio e tolleranza, patria dell’arte, l’arca della civiltà della pace.

Una città che mette alla prova, che prende tanta energia ma che sa restituire calma e una bellezza in grado di stordire. Insomma, una città che non lascia indifferenti.

Esploratela con noi e non esitate a dirci qual è la vostra Venezia.

Ovviamente vi parleremo anche di noi, dei nostri appartamenti e del nostro bed-and-breakfast, soprattutto attraverso le domande che i nostri ospiti costantemente ci rivolgono e alle quali tentiamo di rispondere.


E se avete bisogno di consigli o di un aiuto per preparare e organizzare il vostro soggiorno a Venezia, non esitate a contattarci. Saremo lieti di contribuire a rendere la vostra permanenza davvero unica.