Lessico veneziano – parte prima: bacari, cicheti & Co.
Visitare e soggiornare a Venezia porta a familiarizzare e a prendere dimestichezza con un certo lessico e con alcuni vocaboli (di toponomastica e non) che sono propri alla città e che non ritroviamo altrove.
Me ne rendo conto soprattutto al momento del check-in con i nostri ospiti.
Io, non veneziana, mi sono appropriata di certe parole o espressioni che oggi uso naturalmente, ma che non sono così scontate per chi mi ascolta.
Ecco qui una rapida carrellata delle parole più utilizzate e che sono sicura sentirai e utilizzerai durante la tua permanenza… mi raccomando prendi nota!
Sarà forse l’ora in cui sto scrivendo questo post, o la primavera che avanza, ma mi viene spontaneo iniziare dal linguaggio più prettamente “culinario”.
Se ripenso al momento del check-in con i nostri ospiti, una delle prime domande che mi sento rivolgere è:
Mi consiglieresti un posto dove mangiare qualcosa di buono, di locale e di non eccessivamente costoso ?
Risposta: vieni qua che ci penso io! Cioè, siediti, prendi mappa e penna e apri bene le orecchie. Ti farò scoprire un mondo!
Ed è così che inizio a sciorinare un po’ di termini.
BACARO: Per me i bàcari sono i posti più belli della città ! Il nome “bàcaro” deriva da Bacco, dio del vino. E’ un tipo di osteria a carattere popolare, dove si trova una vasta scelta di vini in calice e piccoli spuntini.
Il locale è spesso di piccole dimensioni, con pochi posti a sedere. Un lungo bancone vetrinato la fa da padrone, in cui sono esposti i prodotti da degustare.
Luce soffusa, musica in sottofondo, arredamento semplice, con mobili in legno (quindi con colore prevalentemente marrone); può sembrare un po’ “old style” rispetto ai bar moderni a cui si è abituati, ma si tratta semplicemente dello stile veneziano.
L’atmosfera è indescrivibile. Alla fine sono le persone che frequentano certi locali che fanno il locale! Ci si ritrova per un aperitivo, che poi diventano due, tre … insomma, si può semplicemente sostare per un saluto e un brindisi o lasciarsi prendere la mano e fare serata.
E’ bellissimo durante le sere primaverili o estive sorseggiare qualcosa al di fuori del locale e chiacchierare con chi sta intorno, che lo si conosca o no. D’altronde a Venezia si sa, tutto nasce lungo la strada, dagli incontri e dalle improvvisazioni.
Il tempo si ferma; esiste solo Venezia.
I Bacari che consiglio di solito? Dipende ovviamente dalla zona in cui ci si trova.
In zona Rialto mi piace dirigermi sul campo dell’Erbaria (vicino al mercato del pesce, per intenderci) con una sosta in particolare “All’Arco” (dove si sta rigorosamente in piedi) o alla Cantina do Spade (ottimo anche per una cena).
Altrimenti, dopo aver attraversato il Ponte di Rialto e aver preso la direzione della Salizada San Lio, puoi provare l’Osteria Al Portego: pochi posti all’interno, ma si può stare comodamente fuori … sotto il portico.
Un altro posto magico è rappresentato dalla Fondamenta della Misericordia: il punto di ritrovo e di festa dei veneziani. E’ un’esperienza da vivere assolutamente.
Lungo la fondamenta si trovano tanti locali, alcuni propongono anche musica dal vivo.
Top: Al Timon (ottima anche la carne se si vuole cenare) e Vino Vero dove troverai una fantastica selezione di vini, ma lasciati consigliare dai titolari e non te ne pentirai.
Se invece sei in zona Biennale, anche sulla via Garibaldi troverai un’ampia scelta di bacari. Colpo di fulmine per la Salvmeria dove Bruno e Giorgio, con garbo e simpatia, sapranno sicuramente accontentare il palato più esigente.
Non posso non citare l’Osteria da Filo, a pochi passi dal bellissimo campo San Giacomo dell’Orio. E’ stato forse il primo bacaro che ho conosciuto a Venezia. Ricordo che l’arredamento mi aveva subito colpito, un po’ vintage, un po’ bohémien, addirittura con uno spazio lettura con tanto di divanetti, sempre pieno di ragazzi, e soprattutto tanta musica dal vivo!
ANDARE PER BACARI: passare da un bàcaro all’altro … quasi come se non ci fosse un domani. Scherzo, ma quando la compagnia è buona e ci si ritrova in una bella serata primaverile o estiva, non si contano più le ore e succede spesso che si cambi locale, per raggiungere altri amici o semplicemente per la voglia di cambiare posto o quartiere.
Il bàcaro tour (l’andar per bacari) è ora addirittura una delle attività proposte da molte guide turistiche e che tanti visitatori chiedono non solo per gustare e conoscere le specialità locali ma anche per scoprire le bellezze della città attraverso i diversi sestieri.
Può essere una valida alternativa per scoprire la città, non trovi? Soprattutto se sei in compagnia di una guida accreditata o di una persona del posto.
CICHETI: assaggi di pietanze tipiche.
Per facilitare la comprensione di questa parola con i nostri ospiti li definisco “piccole tapas veneziane”.
Il loro termine deriva dal latino ciccus, che letteralmente significa “piccola quantità”.
Si tratta di un piccolo assaggio di pesce, di carne o salume spesso appoggiati su una fetta di pane o accompagnati da una fettina di polenta.
I prezzi di ogni cichèto variano dai 2€ ai 3€. Si accompagnano divinamente a un bicchiere di spritz, di vino o prosecco.
I miei preferiti? Le polpette di tonno, le sarde in saor, le uova sode con l’acciuga e i crostini di pane con il baccalà mantecato.
Davide invece adora i bovoeti e la milza, soprattutto quella preparata all’Osteria Ruga di Jaffa, a pochi passi da Campo Santa Maria Formosa.
Sono posizionati in quel lungo bancone vetrinato di cui parlavo prima: un vero tripudio di colori e sapori. Non c’è che l’imbarazzo della scelta!
Ora si parla di “finger food” … ma noi preferiamo chiamarli con il loro nome di sempre, Cicheti!

OMBRA DE VIN: se ben ricordo (a furia di tutti questi aperitivi non so più cosa scrivo) la leggenda narra che in passato il vino venisse servito in piazza San Marco da venditori ambulanti. Questi erano soliti seguire l’ombra del Campanile affinché il vino rimanesse fresco. Da qui l’uso di chiamare il bicchiere di vino “ombra”.
Potete quindi chiedere un’ombra o un’ombra de vin e vi verrà servito un piccolissimo calice di vino.
Se prima vi ho citato l’espressione “andar per bacari”, potete sentire anche “andar per ombre”.
SPRITZ: ormai questa parola ha varcato i confini nazionali.
E’ l’aperitivo che contraddistingue Venezia.
Un’altra domanda che i miei ospiti mi rivolgono infatti è: “Dove posso bere un buon spritz”?
Questo aperitivo pensate nasce nella zona del Triveneto nell’800, ai tempi della dominazione asburgica. Comandanti, gendarmi e soldati austro-ungarici erano poco abituati alle alte gradazioni alcoliche dei vini veneti, perciò per ammorbidire il loro sapore li allungavano con l’acqua, più precisamente “spruzzavano” acqua nei loro bicchieri. Il termine “spritz“, infatti, deriva dal termine tedesco “spritzen“, che vuol dire “spruzzare”.
È con l’arrivo del seltz, e quindi di un modo per gassare anche l’acqua, che ci si avvicina all’attuale miscela, che prevede, oltre ad una spruzzata di acqua gassata, vino bianco o prosecco ed un bitter alcolico a scelta.
Aperol, Campari, Select o Cynar sono quelli più utilizzati e, proprio questi, conferiscono alla bevanda le inconfondibili sfumature arancio-rossastre, immancabilmente accompagnata da fetta d’arancia ed oliva verde.
E mi raccomando: diffida di chi non ti propone l’oliva!!! (E un po’ di patatine, aggiungerei).
Tutti i bar e i bacari preparano lo spritz. Lo puoi chiedere con del prosecco o con del vino bianco fermo.
Dopo una giornata trascorsa a passeggiare e a visitare la città, può essere piacevole sorseggiare un bicchiere di spritz alla Serra dei Giardini (uno dei miei luoghi preferiti in città) nei pressi di via Garibaldi o se vuoi concederti un piccolo lusso, senza strafare, puoi accomodarti al bar del caffè Florian in Piazza San Marco (il bancone del bar si trova tutto in fondo al locale). Ovviamente pagherai più che in un altro bar ma sarai in uno dei caffè più famosi e antichi al mondo!
Consiglio: lo spritz è fresco e si beve facilmente soprattutto d’estate. E’ vero che a Venezia non si guida, ma non strafare e bevi in maniera responsabile! Già al secondo giro ti assicuro che gli effetti si fanno sentire.
Detto questo: alla salute!
